Ho iniziato a scrivere per Left Wing nel novembre del 2010, molto tempo dopo la sua nascita: come un parente acquisito. Se, dato il paese nel quale ci è stato dato in sorte vivere, l’affermazione non suonasse pericolosamente ambigua, potrei dire che mi venne dato uno spazio in qualità di amico degli amici; ma tant’è. Comunque: qualche giorno fa il Comitato Centrale, nella figura del Direttore, ha emanato una direttiva: scrivete qualcosa per i quindici anni della rivista; gli ho telefonato, gli ho detto «guarda, non saprei, davvero mi cogli impreparato» e lui mi ha risposto «stai tranquillo, qualcosa ti verrà in mente con tutto quello che è successo».
E ovviamente in otto anni sono successe diverse cose, la maggior parte delle quali erano già lì nascoste in bella vista sotto gli occhi: Trump ha sostituito Obama, Grillo ci ha mollato Di Maio e ci ha mandati dove diceva già due lustri prima, il circolo Pd del mio quartiere, nel suo slancio verso il futuro, si è ribattezzato «Bella ciao». La Juventus faceva campagna acquisti. Parecchia gente, anche tra noi – qualunque cosa questo noi voglia dire – ha pensato che Renzi fosse l’incarnazione delle magnifiche sorti e progressive: compagni che sbagliano.
A quel punto una mezza idea ha iniziato a farsi strada in quella parte di cervello che sono riuscito a preservare dall’assalto dei trigliceridi natalizi, così sono andato a riguardare l’archivio dei pezzi pubblicati qui sopra: il primo parlava della Leopolda e il secondo, giusto una settimana dopo, delle primarie del Pd, ed è stato allora che ho capito che questi otto anni, almeno loro, erano già stati scritti da Sergio Leone.
«Cosa hai fatto in tutti questi anni?».
«Sono andato a letto presto».