Questo pervicace uomo nell’uomo va alla mattina in ufficio e non potendo protestare efficacemente contro l’andamento del mondo, si contenta di non staccare più lo sguardo da un punto segreto di cui nessuno vuole accorgersi, sebbene sia chiaro che di lì ha origine tutta l’infelicità umana che non ha ancora trovato il suo salvatore. Tali punti fissi, in cui il centro d’equilibrio di una persona coincide con il centro d’equilibrio del mondo, possono essere ad esempio una sputacchiera con un coperchio facile a scattare, o l’abolizione delle saliere nei ristoranti per evitare che prendendo il sale col coltello si diffonda il flagello della tubercolosi, o l’adozione di un nuovo sistema di stenografia che con l’impareggiabile risparmio di tempo risolve su due piedi anche la questione sociale, oppure la conversione a un regime di vita conforme alla natura per reprimere la barbarie imperante, o magari una teoria metapsichica dei movimenti celesti, la semplificazione dell’apparato amministrativo e la riforma della vita sessuale. Se le circostanze gli sono propizie l’uomo s’aggiusta scrivendo un bel giorno sul suo punto fisso un libro o un opuscolo o almeno un articolo di giornale, e cioè inserendo a verbale la sua protesta negli atti dell’umanità, il che è un gran sedativo, anche se nessuno lo legge; di solito però attira due o tre lettori, i quali assicurano all’autore che egli è un nuovo Copernico, dopo di che gli si presentano come dei Newton incompresi. Quest’uso di cercarsi reciprocamente i punti fissi tra il pelo è molto benefico e diffuso, ma il suo effetto non è durevole, perché dopo un po’ i sodali si bisticciano e rimangono di nuovo soli come prima.
(Robert Musil, L’uomo senza qualità)
a cura di Massimo Adinolfi