La politica oggi vive tra quanto accade nelle istituzioni che hanno una loro liturgia e delle forme consolidate, un uso sempre più massiccio dei social dove i politici si fanno comunicatori in prima persona senza intermediazioni se non quelle dettate dal mezzo in continua evoluzione, un ruolo importante delle trasmissioni televisive cosiddette di approfondimento dove ciò che conta è il rumore dei decibel che si raggiungono e le iperboli utilizzate, la carta stampata riservata oramai agli addetti ai lavori. In tutto questo i contenuti, quando esistono, sono inceneriti nell’arco di pochi giorni come le strategie immaginate dai leader politici. Il disorientamento è massimo e così la partecipazione alla vita politica scema tra sezioni sempre più vuote (nei pochi partiti che ancora le hanno) e percentuali di astensionismo al voto in perenne crescita. Tutto ciò influenza le strategie di molti politici ma ben pochi, al pari dei cittadini, riescono a trovare una bussola stretti tra influencer, populismi e un senso generale di vacuità del proprio agire davanti a trend economico-sociali che paiono inarrestabili. Se il Novecento ha portato milioni di persone prima mute a far sentire la loro e diventare parte attiva e fondamentale della democrazia italiana, oggi il chiacchiericcio di fondo è enorme ma la democrazia nelle forme che abbiamo conosciuto è in crisi e le decisioni appaiono lontane e spesso slegate dai meccanismi democratici.
Di tutto questo parleremo a Venezia il 13 ottobre alle 18.30, presso la sezione Giuseppe Di Vittorio di Cannaregio, insieme a Giuditta Pini e Giovanni Diamanti.