Estrosi

La sinistra è progresso, ardente fucina d’incessante innovazione, spasmodica ansia modernizzatrice. Ma ieri, nei festeggiamenti del 25 Aprile, anche a noi che di questa sinistra siamo entusiasti sostenitori, sinceramente è girata un po’ la testa: c’era il presidente del Consiglio rintanato da qualche parte a cantare stornelli con Apicella, c’erano quelli che provavano a trasformare il ricordo di una guerra di liberazione in una marcia per la pace, altri (ma che fossero proprio altri non lo giureremmo) che davano fuoco per l’occasione a una bandiera israeliana e una americana, in un simbolico abbraccio multiculturale con le piazze mediorientali di tanti aspiranti kamikaze. C’erano liberali di Forza Italia, infine, che celebravano con i monarchici la loro resistenza, nel nome di un golpista mancato (e confesso). L’estro italiano è celebre in tutto il mondo, ma in questo caso avremmo preferito un po’ meno fantasia e un po’ più grigiore, e magari anche un po’ più di gente, insieme a noi, alla solita manifestazione di ex partigiani e anziani generali americani. Che poi, sia detto per inciso, sarebbero anche quelli che la liberazione dell’Italia, celebrata dalla ricorrenza in questione, l’hanno fatta sul serio.