Se fossimo vendicativi, ora noi riformisti dovremmo accusare l’Unità di fare il gioco di Berlusconi. L’intervista di Luana Benini a un ex deportato che dichiarava di essere stato picchiato dal padre di Storace, pubblicata in bella evidenza a pagina tre, ha offerto al presidente del Lazio un’occasione insperata per mobilitare i suoi elettori. Perché il padre di Storace all’epoca dei fatti aveva dodici anni e il direttore dell’Unità Antonio Padellaro si è dovuto scusare. L’autrice dell’articolo invece ha detto di non aver fatto altro che il suo mestiere e alla conferenza stampa di Storace, registratore alla mano, ha proposto di riascoltare le parole dell’intervistato. Mostrando così una notevole mancanza di senso dell’opportunità rispetto al governatore, una notevole mancanza di senso della misura rispetto a una notizia che lei avrebbe dovuto verificare, ma soprattutto una notevolissima mancanza di sensibilità rispetto a un uomo di 82 anni che ne ha già passate abbastanza e che sarebbe stato più elegante non trascinare oltre nella polemica, invece di usarlo come scudo umano. L’ex direttore Furio Colombo è intervenuto sabato per dire che l’articolo era addirittura impeccabile e che lui lo avrebbe pubblicato tale e quale l’ha pubblicato il suo successore (peraltro da lui designato). Non abbiamo difficoltà a credergli e questa è l’unica ragione per cui ci verrebbe quasi da solidarizzare con la giornalista. In fondo il suo articolo era tale e quale tanti altri già pubblicati sull’Unità, sotto un direttore tale e quale l’attuale.