Si dice che gli elettori, andando a votare, consegnino la propria delega agli uomini politici. A volte però accade il contrario. A volte sono gli uomini politici che delegano le proprie scelte agli elettori. La federazione dell’Ulivo ne è un tipico esempio: se alle elezioni di domenica 3 e lunedì 4 aprile la lista unitaria prenderà nelle regioni del centro nord meno voti dei singoli partiti presenti nelle regioni meridionali, la strada dell’unificazione tra Ds, Margherita e Sdi in un partito riformista si farà assai più difficile. Alle scorse elezioni europee, perlomeno, la funzione di rappresentare il progetto politico della federazione era svolta dai capolista. Oggi questa funzione non può essere svolta dai candidati alla presidenza delle regioni, chiamati a rappresentare l’intera coalizione, né dai singoli candidati ai consigli regionali, chiamati a competere per il voto di preferenza. A svolgere quella funzione avrebbero dovuto pensare i leader dei partiti, i dirigenti di quella federazione che invece è scomparsa dal dibattito e dalla competizione come nuovo soggetto politico e come progetto, con il rischio che gli elettori non percepiscano né l’uno né l’altro. A loro dunque, cioè a noi, sta di incarnarne il soggetto e di delinearne il progetto, consegnando ai dirigenti della federazione un risultato netto e inequivocabile, che rompa le ultime resistenze e liberi le forze più moderne e vitali presenti nei vecchi partiti. Ragion per cui noi voteremo per quei candidati che in questi anni maggiormente si sono battuti per l’affermazione del progetto unitario. Nel Lazio, per esempio, voteremo Claudio Mancini, per le ragioni spiegate nell’appello sottoscritto da fior di riformisti come Giorgio Napolitano, Beppe Vacca ed Emanuele Macaluso (vedi qui). Voteremo per riconsegnare ai candidati quella delega che la timidezza della politica ha lasciato nelle nostre mani. Voteremo per far cadere il governo Berlusconi e per fondare il partito riformista. Voteremo Uniti nell’Ulivo perché sappiamo che queste elezioni costituiscono per entrambi – per il governo e per la federazione riformista – una prova d’appello dopo il risultato delle ultime europee: entrambi possono rinascere o cadere per l’ultima volta. Dunque votate Uniti nell’Ulivo e sperate che sia la volta buona.