Come tutti quelli che sono stati in chiesa, in qualsiasi epoca, mi sono messo a osservare i dipinti al di sopra dell’altare, il trittico, il crocifisso, le finestre dipinte e gli affreschi. C’erano Gesù e i ladroni feriti e insanguinati; Maria appoggiata a Giovanni – ecco tuo figlio, ecco tua madre. Maria Maddalena, la peccatrice, chi se l’era scopata l’ultima volta? Il Cavaliere gioca a scacchi con la Morte, la Morte sega l’albero della vita, un poveretto terrorizzato è seduto su in cima e si torce le mani. La Morte conduce la danza verso la Terra Oscura, tiene la falce come una bandiera, tutti quanti ballano formando una lunga fila e dietro a tutti viene il giullare. I diavoli badano a che proceda la cottura, i peccatori precipitano a capofitto nelle fiamme. Adamo ed Eva hanno scoperto la propria nudità. L’occhio di Dio sbircia da dietro l’albero proibito. Alcune chiese sono come acquari, non c’è uno spazio libero, dappertutto un rigoglio di uomini, santi, profeti, angeli, diavoli e demoni. Questa e l’altra vita coprono muri e volte. Realtà e immaginazione hanno costituito una solida lega: peccatore, guarda la tua opera, guarda quel che t’aspetta dietro l’angolo, guarda l’ombra alle tue spalle!
Per alcuni anni insegnai alla scuola d’arte drammatica di Malmö. Una volta dovevano preparare un saggio ma non sapevamo cosa rappresentare. Mi vennero allora in mente le chiese della mia infanzia con tutte le loro immagini. In pochi pomeriggi scrissi un breve dramma che intitolai Pittura su legno (…). Pittura su legno si trasformò poco a poco nel Settimo sigillo.
Ingmar Bergman, Lanterna magica
(a cura di Massimo Adinolfi)