Si è conclusa la trentanovesima edizione di Vinitaly, il tradizionale appuntamento veronese per produttori, bevitori ed enocolti d’Italia, e ci sono numeri da capogiro: 4.210 espositori, circa 150mila visitatori con una buona percentuale di stranieri, un export 2004 pari a 2.487 milioni di euro. Basta? Il ministro dell’agricoltura Gianni Alemanno alza il calice, ma resta lucido: “Bisogna continuare a crescere nella consapevolezza che l’internazionalizzazione dei produttori italiani è solo all’inizio”. Perché il vino è un’industria robusta. Non soltanto per gli imbottigliatori, ma anche per categorie di contorno che uno non crederebbe neanche. Oggi-come-oggi chi rinuncia infatti a un trattamento completo di vinoterapia, comprensivo di massaggi al Trebbiano? Anche se – a dirla tutta – senza i parvenu del bon ton e la democratizzazione dell’expertise, questo fermento economico non ci sarebbe. A proposito, confermo: Sideways è un film gustoso.