Forse lo sapete già, ma lo voglio ricordare: Claudia Koll si è fatta suora laica. E allora, in questi giorni di Conclave e di papaboys, ammetti che è vero, che c’è una virata decisa dalla carne allo spirito, se anche l’icona delle terga si gira e dice: «Mi sentivo come morta. Oggi sono una persona diversa». La Provvidenza soffia dove e come vuole. Non saremo quindi noi a fare questioni o sorrisetti sciocchini. Una cosa però lasciatecela dire: come presa mediatica una Koll che si redime vale mille parrocchiani che lavorano nell’ombra. La Chiesa ha bisogno – oggi più che mai – della monaca di Monza rovesciata e della purezza rivoluzionaria di Francesco che getta le vesti. Magari davanti alle telecamere, perché – diciamocelo – non c’è mica niente di male e ogni epoca ha i suoi media da utilizzare. Gerard Depardieu, in una recente intervista, ha detto di amare Sant’Agostino perché prima di essere stato un gran santo è stato un gran peccatore. Figo, però sia chiaro: a forza di redenzioni clamorose e di frasi mediaticamente efficaci, i piccoli peccatori e i credenti dubbiosi rischiano di sentirsi irrimediabilmente datati. E Dio solo sa se è un male.