Nel referendum del 12 e 13 giugno gli elettori dovranno rispondere a quattro domande precise, ma per poterlo fare – per poterlo fare effettivamente, senza che la loro decisione sovrana sia annullata dal mancato raggiungimento del quorum – dovranno prima rifiutarne una quinta, che potremmo formulare così: volete voi impedire in ogni modo lecito che a decidere di tali questioni sia la maggioranza degli elettori; volete voi obbedire così all’ordine della Conferenza episcopale italiana e del suo capo, il cardinale Camillo Ruini? Perché di questo si tratta, come ha definitivamente chiarito il cardinale Fiorenzo Angelini al Corriere della sera: “I cattolici veri fanno quello che dice la Cei”. Gli altri, come dice Buttiglione, evidentemente sono “o stupidi o traditori”. Sono assai significative, le parole del cardinale (di quelle di Buttiglione ci occupiamo nel Ciò che non siamo), perché il cardinale non ha detto che i “cattolici veri” fanno quello che dice la Chiesa, Cristo o il Papa. No, il cardinale ha detto proprio così: “I cattolici veri fanno quello che dice la Cei”. I “cattolici veri” fanno quello che dice la Conferenza episcopale italiana. I “cattolici veri”, dunque, fanno quello che dice Sua Eminenza il cardinale Camillo Ruini, anche quando si tratta di esprimere il proprio voto (oggi al referendum, domani chissà)? Eccola qui, l’unica domanda cui ci sentiamo di invitare tutti gli italiani, il 12 e 13 giugno, a rispondere no.