L’outing riformista di Franceschini

A volte in Italia anche le previsioni più pessimistiche vengono smentite. Contrariamente alle attese, il Partito democratico pare infatti essersi sottratto a quell’implacabile legge di Murphy che sin qui era sembrata scandire ogni sua singola mossa. Solo la settimana scorsa, rattristati dalle parole pronunciate dai dirigenti di Area democratica a Cortona, invitavamo il Pd a prendere l’iniziativa, convinti che dinanzi alla crisi della maggioranza tutto – a cominciare da quello che sta accadendo in Europa – imponesse all’opposizione di costruire da subito un’alternativa concreta e concretamente praticabile per portare il paese fuori dall’emergenza. Dunque di non lasciare cadere le parole pronunciate proprio quel pomeriggio da Pier Ferdinando Casini in favore di un governo di emergenza, e con l’occasione, magari, uscendo anche dalle ambiguità della stessa formulazione che ne aveva dato Casini. A scanso di equivoci: un governo di unità nazionale, o di salute pubblica, dunque massimamente politico, non tecnico. Perché in emergenza ci siamo, e basterebbe leggere un qualsiasi giornale del mondo, Italia a parte, per capirlo. Da questo punto di vista, la replica di Pier Luigi Bersani che era arrivata puntualmente il giorno dopo, un sostanziale non-ce-ne-frega-niente, ci aveva lasciati piuttosto sconfortati. Figurarsi se potevamo aspettarci qualcosa di buono da chi a Cortona, e anche da molto prima, aveva passato il tempo a demolire ogni possibilità di una simile via d’uscita politica dalla crisi, in perfetta armonia con i più esaltati tra i pretoriani del presidente del Consiglio. E invece, ecco che proprio Dario Franceschini, smentendo in pratica tutto quanto detto e fatto da lui e dalla sua componente negli ultimi mesi, decide finalmente di scartare. Ospite di Lucia Annunziata a In mezz’ora, il capogruppo del Pd lo dice chiaro e tondo, quello che serve adesso al paese, impostando finalmente la questione nei suoi termini propri. Trattandosi di svolta assai significativa, la riportiamo per esteso.
Lucia Annunziata domanda dunque se nel Pd le voci che negli ultimi tempi hanno mostrato un’apertura all’ipotesi di un governo di emergenza siano isolate o rappresentino invece la posizione del partito, e cosa ne pensi Franceschini, che risponde così: “Se succedesse che il governo arrivasse a una crisi, o che Berlusconi decidesse che la situazione economica è troppo complicata, che ha troppe lacerazioni nel Pdl, che le vicende giudiziarie che stanno girando intorno alle persone a lui vicine sono troppo imbarazzanti; se decidesse insomma di fare un colpo di mano provocando le elezioni anticipate pur avendo la maggioranza, è chiaro che di fronte all’emergenza, di fronte al tentativo di Berlusconi di elezioni per portare ad una svolta autoritaria, liberarsi degli ultimi ingombri, di Fini e di quelli che gli danno fastidio e avere un mandato totale… di fronte all’emergenza si danno risposte di emergenza”.

Meglio tardi che mai.