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Sono la litigiosità, le “risse” e i “tradimenti” continui che hanno portato alla caduta di Romano Prodi prima e di Walter Veltroni poi, ha detto venerdì Silvio Berlusconi, confermando così un’opinione largamente diffusa tra i sostenitori dell’uno e dell’altro. E da tanti autorevoli osservatori. Prima di riproporla, però, bisognerebbe osservare meglio l’occasione scelta da Berlusconi per un simile riconoscimento: una cerimonia di beatificazione in vita che è difficile definire congresso. E dove l’unico azzardato tentativo di esprimere una posizione diversa, quello di Fini, è stato semplicemente ignorato, come si fa con gli ospiti sgraditi. Nella nuova casa, come del resto nella vecchia, chiunque la pensi diversamente dal capo ha infatti una sola libertà, quella di andarsene.