Pessimisti

La bassa affluenza alle urne segna una sconfitta pesante per chi come noi aveva sostenuto il referendum. E come sempre accade in questi casi, ora tra gli sconfitti si farà fortissima la tentazione di abbandonarsi all’amarezza e alle recriminazioni: qualcuno tornerà a vaneggiare di un paese antropologicamente di destra, qualcuno accuserà la sinistra di eccessiva timidezza, qualcuno dirà che la smania referendaria contro le leggi volute dal Governo Berlusconi finisce sempre per fare il gioco dell’avversario, tanto più su materie così delicate e complesse. Salvo la prima, in tutte queste recriminazioni ci sarebbe qualcosa di vero. Ma ci sarebbe anche molto di inutile. I sostenitori della legge 40 che hanno deciso di difenderla facendo mancare il quorum già cominciano a sostenere di aver vinto la partita. Occorre prepararsi a smentirli sul terreno della politica, del dibattito e del consenso, invece di prendersela con l’arbitro e i guardalinee (che pure non hanno certo brillato). I nostri avversari hanno ottenuto esattamente quello che avevano chiesto: l’annullamento della gara. E in ogni campionato che si rispetti questo significa semplicemente che quella partita dovrà essere rigiocata.