Uno che abbia letto un po’ di Tocqueville sa cos’è la dittatura della maggioranza. E non gli piace, giacché è brutta una democrazia dove le minoranze sono costrette (sempre) a conformarsi al volere dei più. Le cui decisioni sono (spesso) sbagliate, naturalmente stando al giudizio delle minoranze che – va da sé – sono sempre belle e lungimiranti. Noi diciamo che bisognerebbe innanzitutto stare attenti alla dittatura dei meno.
Facciamo un esempio: è un sabato mattina umbro, pieno di sole. Vuoi fare una sgambatina in montagna. I pianori più belli però, quelli dopo i mille metri di altezza, sono occupati dalle doppiette dei cacciatori. Che sono una minoranza – i cacciatori – e dunque vuoi negare il loro diritto al divertimento? Alzi pertanto la suola degli scarponi e vai a farti la tua sgambatina un po’ più giù, consapevole però di far parte della maggioranza e del fatto che avresti anche tu diritto (non più diritto, sia chiaro) di rimanere lì.
Ma facciamone un altro di esempio: se, nel monte del centrosinistra, poniamo che la vetta sia presidiata dalle doppiette di Mastella, Bertinotti, Pecoraro Scanio, Rutelli, eccetera, è accettabile che uno rinunci ai panorami mozzafiato che si vedono di lassù soltanto perché loro devono ammazzare qualche tordo? Non è un cortocircuito del pensiero liberale questo?