Il modo migliore per riuscire a smascherare un assassino è convincerlo a confessare con maniere gentili e ipocritamente affettate, roba che nemmeno nelle riunioni di famiglia a Natale. Questo è quel che sembrano aver pensato gli sceneggiatori di Closer, il telefilm che dalla settimana scorsa va in onda su Italia 1 alle 22.55, subito dopo CSI:Miami. Hanno anche le loro buone ragioni per pensarla in questo modo, evidentemente le lezioni del tenente Colombo non hanno segnato soltanto noi. Si ripercorrono le stesse mosse dell’assassino, si fa un mare di inutili domande, si dà la netta sensazione di brancolare nel buio e prima o poi il malcapitato verrà spontaneamente a noi. Il tenente, però, riusciva a farli confessare grazie alle sue meravigliose doti di rompiscatole, e infatti i poveretti confessavano più per sfinimento che per stima. Anche Brenda Johnson – capo della sezione omicidi della polizia di Los Angeles – in un certo senso sfinisce, ma per altri motivi. Kyra Sedgwick, nota (?) alle cronache per essere la moglie di Kevin Bacon, ha la cattiva abitudine di utilizzare un numero spropositato di smorfie. Una sorta di Ally McBeal in versione drama, peccato che in questo caso non ci sia proprio niente da ridere.
Il telefilm (ideato dai produttori di Nip/Tuck, NYPD e Agency) si inserisce in quel filone a tema investigativo che vede donne coraggiose e sensibili (a volte addirittura sensitive) prendere le redini delle indagini. Da Profiler, a Crossing Jordan passando per Cold Case (e potremmo citare anche Glenn Close nella quarta stagione di The Shield) sono tutte lì pronte in ogni puntata a dimostrare la loro incredibile bravura. E naturalmente Brenda non fa eccezione. Purtroppo però, al contrario delle altre, ci ha anche messo pochi minuti per risultarci antipatica, e ancora meno a risultare sgradita ai suoi colleghi. Infatti “la straniera” (appena trasferita a Los Angeles da Atlanta) non aveva ancora messo piede in ufficio che la sua squadra aveva già mandato al capo del dipartimento una valanga di proteste e richieste di trasferimento. Ben presto, però, si sono dovuti ricredere, perché Brenda riesce a ottenere due piene confessioni grazie allo speciale talento con cui entra in sintonia con gli indiziati. Una capacità che sfrutta assumendo un tono contrito e partecipe, peccato che sia anche palesemente finto. Se è questo che intendono gli autori con “closer”, hanno una strana concezione dell’empatia. Noi a quella lì non confesseremmo neanche il numero di scarpe.