Ecco il rapporto segreto elaborato dai più stretti collaboratori del segretario sulla strategia da seguire per la formazione del nuovo governo, approvato ieri notte (a telecamere spente) dalla direzione del Pd. Questi gli scenari contemplati:
1. Governo di cambiamento. Un governo di centrosinistra aperto alla partecipazione dei montiani, con l’appoggio esterno del Movimento 5 Stelle (o più verosimilmente di una sua parte), composto quasi esclusivamente da personalità fuori dai partiti, tra le più impegnate nelle battaglie civili di questi anni, che abbia come programma gli otto punti presentati da Bersani.
2. Governo di cambiamento con maggioranza a doppio binario e superbicamerale. Un governo di centrosinistra con il sostegno dei montiani, senza l’appoggio dei Cinquestelle, ma con l’uscita dall’aula della Lega o del Pdl (o più verosimilmente di una parte dell’una e dell’altro) al momento del voto di fiducia in Senato, in vista dell’apertura di una superbicamerale per le riforme istituzionali.
3. Monocolore Pd. Un governo composto esclusivamente da esponenti del Pd, che si presenta in Parlamento per vedere finalmente l’effetto che fa.
4. Multicolore anti-Pd. Un governo composto da personalità della società civile provenienti dalle più diverse esperienze, accomunate soltanto da una radicata avversione al Partito democratico manifestata nel corso di tutta la loro carriera, che in Senato dovrebbe reggersi sull’uscita dall’aula dei democratici e l’appoggio convinto di tutti gli altri gruppi parlamentari.
5. Governo di minoranza con maggioranza casuale. Un governo di centrosinistra che punti a ottenere il sostegno di tutti i gruppi parlamentari, proponendo a ciascuno una diversa linea politica e vedendo chi abbocca.
6. Governo per le riforme con maggioranza cangiante. Un governo composto da esponenti di tutti i partiti che si proponga un chiaro programma di riforme a rotazione: secessioniste il primo e il quarto martedì del mese, fortemente meridionaliste nei prefestivi, rigorosamente antieuropee nella terza decade dei mesi invernali e marcatamente liberali tutti i giovedì mattina (la maggioranza dovrebbe naturalmente ruotare secondo lo stesso ordine).
7. Monocolore Repubblica. Un governo composto esclusivamente da collaboratori del quotidiano di Largo Fochetti, retto dall’appoggio esterno di Lega e Movimento 5 Stelle, con l’uscita dall’aula di Pd e Pdl.
8. Governo a piacere. Un governo che si presenti in aula non solo senza una maggioranza precostituita, ma senza nemmeno un governo precostituito: pronto cioè ad accogliere nelle sue file, come ministri o sottosegretari, tutti i parlamentari disposti a votarlo.
9. Governo di scopo. Un governo che si presenti alle Camere con lo scopo di rendere Silvio Berlusconi ineleggibile, incandidabile e arrestabile, che ottenga la fiducia al Senato grazie a un gentlemen’s agreement con Silvio Berlusconi.
10. Governo istituzionale (o del presidente). Un governo Grasso sostenuto da larghe intese Pd-Pdl. In caso di successo alla presidenza del Senato andrebbe Renato Schifani.