È probabile che a tanti suoi sostenitori il post di Beppe Grillo sulla “lunga e inesorabile” marcia dei Cinquestelle abbia fatto lo stesso effetto che un tempo, ai militanti dei tanti partiti dell’ultrasinistra usciti dalle urne con lo zerovirgola, dovettero fare certi titoli festosi dei loro giornali tipo: “Quarantamila fucili per la rivoluzione”. Il momento in cui matura definitivamente un distacco estetico, prima ancora che etico. Il caso delle travolgenti conquiste di Assemini e Pomezia è però persino più grave, perché tutto può permettersi di perdere un partito carismatico guidato da un comico, meno che la sospensione di incredulità.