Secondo una vulgata diffusa i due colossi dell’aviazione civile, Boeing e Airbus, avrebbero due visioni alternative dell’evoluzione del trasporto aereo. Basata su un modello hub to hub, cioè di collegamento tra i grandi aeroporti, quella del gruppo europeo; focalizzata invece sull’idea di collegamenti diretti, point to point, quella del colosso di Seattle.
Questo schema è certamente esemplificato dai principali progetti sviluppati dalle due aziende negli scorsi anni. Mentre Airbus ha puntato sul gigantesco A380, che rappresenta il primo sostanziale incremento di prestazioni, in termini di carico pagante, da quarant’anni a oggi (555 passeggeri nella prima versione in corso di certificazione, quella “piccola”), Boeing ha sviluppato un aereo di medie dimensioni, battezzato 787 Dreamliner, che inizierà a volare nel 2008. Benché sia di taglia comune l’apparecchio americano contiene svariate innovazioni, come l’uso esteso dei materiali compositi in luogo del più convenzionale alluminio, o una nuova tecnologia per i motori, denominata bleedless (senza spillamento di portata) che promette una maggiore efficienza. Tuttavia un’analisi attenta del comportamento delle due compagnie suggerisce una visione più sfumata.
Il Boeing 787 e il suo fratello maggiore, il 777-200LR (Longer Range, evoluzione di un velivolo già esistente), sono infatti stati pensati per aggredire la fetta di mercato della famiglia di apparecchi di maggior successo che Airbus ha prodotto negli ultimi dieci anni, gli A330/340. Quando è stato chiaro che l’operazione americana era destinata al successo, Airbus è rapidamente corsa ai ripari, immaginando una versione evoluta dell’A330, sfociata in seguito in una riprogettazione più radicale, denominata A350, che esordirà nel 2010, due anni dopo il concorrente americano. E’ già in corso sulla stampa specializzata una pressante campagna pubblicitaria, tesa a dimostrare che l’A350 è un aereo di nuova concezione con innovazioni paragonabili al suo concorrente a stelle e strisce (la fusoliera in lega di alluminio-litio, ad esempio, in luogo della fibra composita scelta per il Dreamliner).
Nel frattempo alla Boeing, dopo alcune esitazioni, hanno deciso di contrastare il nascente A380 con una versione allungata del vecchio Jumbo, denominata 747-8, che includerà alcune tecnologie sviluppate sui fratelli minori e permetterà di imbarcare circa 35 passeggeri in più in un allestimento a tre classi. A questo punto la palla è ripassata a Airbus, che a fronte dei successi vantati dalle nuove versioni del 777 sta pensando di sviluppare un’evoluzione dell’A340, per sovrapporlo meglio al concorrente americano. Come si vede i due colossi, per quanto possano avere visioni differenti, tendono a marcarsi molto stretti, e a reagire con grande rapidità alle scelte del mercato e della concorrenza. Se non suonasse come un’offesa, parlando di macchine volanti, si potrebbe dire che le direzioni delle due aziende hanno i piedi ben piantati per terra.