Compagno Romano

Uno non pretende che Prodi imbracci lo sten e tiri sventagliate a casaccio nella macchia. I Ds, il reparto più rappresentativo e meglio equipaggiato, sono sotto il tiro dei mortai nemici e il generale che fa? Non dice neanche ba e se parla lo fa sottovoce. C’è niente da fare, il messaggio che passa è: cazzacci vostri. E alla truppa non va bene che un capo si comporti così. I Ds? Potrebbero giocare a West Point e urlargli a un centimetro dagli occhiali: “Compagno-Romano-non-abbiamo-sentito”. Sì proprio così: compagno Romano. Nello stesso modo in cui egli arringava il popolo alle Feste dell’Unità prima delle primarie. E i compagni lì a convincersi che sì, poteva valerne la pena di cavarsi il sangue. Ora però sarebbe carino che il premier in pectore riempisse bene i polmoni e, come si usa tra amici che hanno un obiettivo comune, dicesse con quanto più fiato possiede due o tre cose nette in difesa del reparto – lo ripetiamo – più rappresentativo e meglio equipaggiato. E se il fiato non c’è, qualcuno – che stavolta non possono essere i Ds – porti le bombole d’ossigeno al comandante. Perché chi l’ha detto che la guerra è già vinta?