Il football americano entra nel vivo dei playoff e regala, come al solito, emozioni e spettacolo. Delle quattro partite giocate questo weekend la più bella si è rivelata essere quella fra gli Indianapolis Colts – i migliori di Lega in stagione regolare – e i Pittsburgh Steelers guidati da un sempre più convincente Ben Roethlisberger. Le premesse per una gara “calda” ci sono tutte, soprattutto dopo le dichiarazioni in settimana di Joey Porter, linebacker degli Steelers. In pratica il difensore ha accusato i Colts di essere “donnette che giocano un football spettacolare, ma non abbastanza fisico”.
Gli Indianapolis Colts giocano in casa con i favori del pronostico, ma l’inizio della partita è un vero e proprio incubo: due touchdown per gli Steelers e nessun passaggio completato per Peyton Manning. Sembra quasi che in campo sia entrato il fratello “scarso” Eli. Troy Polamalu, la strong safety di Pittsburgh, gioca una partita maiuscola ma gli arbitri sembrano non essere d’accordo. Soprattutto quando non gli concedono due intercetti, uno più evidente dell’altro. Nonostante il dominio sul campo e un incredibile imbarazzo offensivo dei Colts, gli Steelers riescono a giocare una partita tatticamente orrenda. Sbagliano tutto quello che si può sbagliare, sono troppo timidi nel momento più importante e tengono colpevolmente in partita la banda di Manning.
Negli ultimi minuti di gioco succede l’incredibile: Manning deve giocarsi un quarto tentativo a ridosso della propria linea di meta. Sono tre i punti di vantaggio per gli Steelers e calciare un punt equivarrebbe a perdere la partita. Il gioco non riesce per l’aggressività della prima linea di Pittsburgh e Manning deve “mangiarsi” il pallone. Con meno di due minuti da giocare rientra in campo Roethlisberger, a una yard dal touchdown e con la partita in cassaforte. Basterebbe far correre il tempo, far sprecare i timeout a Indianapolis e poi piazzare il field goal più facile del mondo. Decidono invece di correre e l’uomo designato a portare l’ovale è Jerome Bettis, un armadio cingolato dall’eloquente soprannome di “The Bus”. Bettis, una sicurezza in queste situazioni di gioco, va a sbattere contro il muro difensivo dei Colts e perde incredibilmente la palla. Un regalo che tira fuori dalle docce l’attacco di Indianapolis a un field goal dall’overtime e in un’ottima posizione di campo dopo il buon ritorno del fumble. Peyton Manning è uno che non ha paura di niente: lo ha già dimostrato nel terzo quarto rimandando in panchina il kicking team per giocarsi un quarto tentativo alla mano. Macina campo con due lanci e lascia una discreta posizione per il calcio del possibile pareggio. Ma è il kicker Vanderjagt a regalare l’ennesima emozione sbagliando un calcio solo apparentemente facile.
L’eliminazione dei favoritissimi Indianapolis Colts fa passare in secondo piano le altre partite del fine settimana. Per esempio i Seattle Seahawks, costretti a rinunciare dai primi minuti al fenomeno Shaun Alexander per colpa di un trauma cranico, che devono sconfiggere la paura di perdere prima di eliminare gli evanescenti Washington Redskins. Oppure la notizia della prima sconfitta dei New England Patriots di Tom Brady – dopo una striscia di dieci vittorie consecutive in postseason – per mano dei Denver Broncos di Jake “the Snake” Plummer. O infine la vittoria dei Carolina Panthers in casa dei favoriti Chicago Bears con il “one man show” del wide receiver Steve Smith. E non è che l’inizio: la settimana prossima le finali di conference e il 5 febbraio l’ultimo atto di questa stagione. Il Superbowl numero quaranta.