A partire dal 2009 e per i prossimi venti o trent’anni il Presidente degli Stati Uniti saluterà i giornalisti e volerà via dal giardino della Casa Bianca a bordo di un elicottero sviluppato in Italia e in Gran Bretagna da un’azienda italiana. L’Us-101, sostenuto dallo sforzo congiunto di Lockheed-Martin, Agusta-Westland e Bell-Textron, si è infatti aggiudicato la ricca e prestigiosa commessa (6,1 miliardi di dollari per la fornitura di 23 apparecchi entro il 2014) per la sostituzione della flotta di elicotteri della Casa Bianca. Dalla parte degli sconfitti c’è invece Sikorsky, il fornitore storico del Marine One, come è familiarmente noto l’elicottero del Presidente, dal nome del reparto dei marine che ne è responsabile, il Marine Helicopter Squadron One (Marine One è anche la sigla di riconoscimento degli elicotteri quando il presidente è a bordo). L’azienda del Connecticut ha visto perdere il proprio velivolo, denominato VH-92, e soprattutto la propria aggressiva strategia di comunicazione, più impegnata a lanciare allarmi sulle origini straniere del progetto avversario che a dimostrare che il VH-92 fosse l’elicottero migliore.
Come ci è già capitato di ricordare (vedi qui) un manager di Sikorsky, cui evidentemente non hanno mai tradotto i discorsi del Presidente del consiglio, aveva spregiativamente definito l’Italia un “socialist country” che non aveva nulla insegnare in tema di concorrenza agli Stati Uniti. Possiamo quindi immaginare la soddisfazione che il ministro Martino, anch’egli noto fiancheggiatore del bolscevismo, deve avere provato venerdì sera quando ha ricevuto la notizia mentre era a Washington.
In prospettiva l’apertura del ricco mercato della difesa americano a joint venture internazionali può essere un’importante occasione per le aziende europee. Gli elevati costi di ricerca e sviluppo, combinati con i budget limitati e con la forte globalizzazione dell’industria aerospaziale hanno ridotto il numero di aziende in grado di rispondere alle specifiche del Pentagono, e spesso per offrire un’alternativa al campione domestico la collaborazione internazionale è una scelta obbligata.
Lockheed-Martin sta sfruttando a fondo questa possibilità, oltre alla collaborazione con AgustaWestland la corporation di Bethesda, in Maryland, è quella che ha aperto la strada con il programma ACS (Aerial Common Sensor) vinto in partnership con la brasiliana Embraer, e ha molti fronti aperti: dal C27J, l’aereo da trasporto tattico derivato dall’italiano G222 di Alenia Aeronautica, all’aereo cisterna KC-330 in collaborazione con Airbus.
Al di là dell’enorme prestigio della fornitura, il successo dell’Us101 mette i partecipanti al consorzio in una buona posizione per aggiudicarsi altre meno appariscenti ma più remunerative commesse, in primo luogo per l’elicottero della guardia costiera e per la sostituzione di oltre cento apparecchi dell’USAF nel ruolo ricerca e soccorso, e legittima definitivamente la leadership di AgustaWestland nel settore elicotteristico.
Fornire la flotta presidenziale americana è senza dubbio l’obiettivo più ambizioso che la società varesina si potesse porre. E anche per l’Italia dei tanti dibattiti sul declino industriale non è proprio da buttare.