Ci sono coppie che non possono essere felici. Perfettamente sincroni fino a un attimo prima, crollano all’improvviso. Per i compianti signori Pitt, è stata necessaria Angelina Jolie; per Naomi Campbell e uno qualunque, occorre un cambio di stagione; per Barbara e Maurizio, è bastata una giravolta sul ghiaccio con sollevamento.
Per niente facile, provate a immaginare. Per mesi lei ha organizzato il grande evento. Ha pensato al vestito e alle musiche. Poi si è svegliata una mattina: era quel giorno. E nell’istante perfetto, quello intorno al quale avrebbe dovuto ruotare la sua futura vita da Signora, lui l’ha lasciata andare. Semplicemente. Un’altra volta. Come quattro anni prima, lui l’ha lasciata andare. Ammutolita a fronteggiare ospiti che sorridono di buona educazione ma per niente al mondo vorrebbero trovarsi lì, al suo posto. Che è, nello specifico, col sedere per terra sulla pista del Palavela di Torino, nel pieno svolgimento delle Olimpiadi Invernali, al termine della prova originale di danza sul ghiaccio. Se siete Barbara Fusar Poli, un’occhiata di fuoco è davvero il minimo che ci si possa aspettare. Se invece siete Maurizio Margaglio, cominciate a correre.
Neanche la soddisfazione nella prova libera di domenica – scivolata via liscia mentre in nove milioni trattenevamo il fiato davanti al televisore – ha potuto ricucire la ferita. L’ha disinfettata, certo, ma con il nuovo sistema di punteggio, che sacrifica la passione all’aritmetica, lo sforzo è valso a pochissimo. Fusar Poli e Margaglio hanno potuto soltanto recuperare una posizione, salire in sesta e trovare la forza per dichiarare che, naturalmente, loro sono molto contenti così. È lo spirito olimpico. Ma non si torna a pattinare – lei – dopo tanti anni e una bambina per “essere molto contenti così”. Non si passano gli stessi anni – lui – ad aspettare che la donna che conosci a memoria torni a credere in un sogno comune per finire a “essere molto contenti così”. Al sesto posto. Siamo sicure che tutti i giudici – uno per uno – si siano trovati col cuore spezzato dall’incredibile e triste storia della variopinta Barbara e di quella prova scellerata. Ma un triplo toe-loop è un triplo toe-loop è un triplo toe-loop, e vale al massimo (quattro più tre) sette punti, non importa quale incubo sottintenda.
Il giorno dopo, non si parlava d’altro. Dappertutto. Succede periodicamente anche con la scherma o la ginnastica artistica, ché a noi piace qualunque cosa ci facciate vedere, purché implichi sacrificio, sudore e lacrime. E conservi una qualche romantica eleganza.
Barbara e Maurizio hanno congedato i giornalisti rassicurandoci: “Abbiamo un futuro”. Noi abbiamo sorriso, dolorosamente consapevoli. Ci sono coppie che non possono essere felici, dicevamo. Lei capricciosa e fiera, lui disgraziato. Si incontrano e si riconoscono: lei è Rossella O’Hara, lui Rhett Butler. Per tutta la vita non faranno che massacrarsi con risoluta determinazione. Arriveranno sempre soltanto a un passo dall’idillio, per questo non si dimenticheranno mai. Anche se cercheranno quiete altrove, finiranno per cercarsi – e maledirsi – ancora. Fino a che, un giorno, lei cadrà. E penserà che magari è arrivato il momento di tornare a casa. A Tara. Il sequel, di norma, non è una buona idea.
Ma forse è solo perché siamo ragazze emotive. Costrette da obblighi familiari a maratone di agonismo televisivo, qualunque rovesciamento di destini ci appassiona. Dopo mesi sguaiati – e così prevedibili – di campionato di calcio, i fenomeni del ghiaccio restituiscono enorme soddisfazione. In coppia o da single. L’avevamo capito subito, infatti, che anche seguire l’incantevole Carolina Kostner sarebbe stata fonte di tormenti mozzafiato. La biondina è caduta subito, all’inizio dell’esercizio obbligatorio. Di conseguenza, abbiamo disdetto qualunque appuntamento per le serate successive. Per il nostro struggimento, è arrivata solo nona. Dopotutto, domani è un altro giorno.