Tutto si poteva aspettare Angela Merkel meno che questo. Scrive infatti Andrea Bonanni, proprio all’inizio del suo commento sul vertice di Berlino con Matteo Renzi, sulla prima pagina di Repubblica, che «la Cancelliera è troppo aristotelica per ignorare che la forma è sostanza, e dunque pregiudicare scelte che formalmente spettano a Bruxelles», mentre «il nostro premier è troppo machiavellico per lasciar trasparire la vera partita doppia che si è giocata nella colazione di ieri». Passi per il machiavellismo di Renzi, ma lei, figlia di un pastore luterano, che finisce coll’essere «troppo aristotelica»? Ma Lutero non era quello che definì Aristotele un «caprone puzzolente»? D’altronde, chi siamo noi per sindacare sulla formazione culturale della Merkel? Magari lei Aristotele l’ha letto e chiosato per anni, va’ a sapere. E poi è chiaro, la forma di cui parla Bonanni è formalità, etichetta; la forma di Aristotele, invece, è l’intima natura di una cosa. Insomma, la forma è sostanza, va bene. Ma pure il contenuto, ogni tanto, non sarebbe male riguardarselo un po’.