Il destino bussò per la prima volta alla porta di Jonathan Bachini l’otto novembre 1998, durante la partita Udinese-Juventus, quando sul 2-0 per la Juve un suo gol avviò la rimonta friulana.
Livornese, ala sinistra guizzante, dalla grande facilità nel dribbling e dall’ottimo fiuto del gol, dopo alcune stagioni di gavetta si era rivelato al grande pubblico proprio a Udine, arrivando anche a conquistare la maglia della Nazionale. Due stagioni dopo era proprio la Juventus a ricordarsi di chi l’aveva castigata in passato, e per il “Baco” sembrava giunta la grande occasione, la consacrazione definitiva. Invece la storia cominciò a prendere un’altra piega. Un anno e mezzo passato spesso in panchina accanto ad Ancelotti, prima di essere prestato senza troppi rimpianti al Brescia. La grande occasione sprecata, il destino che non bussa più.
Ma in provincia il tornante livornese riemerge e, sotto l’ala protettrice di Roberto Baggio, aiuta a far risalire le rondinelle dal fondo della classifica fino al settimo posto finale. La Juve però non è squadra che dà seconde occasioni e, nonostante una serie di prestazioni eccellenti, al rientro dal prestito viene considerato pura merce di scambio, finendo al Parma nell’operazione che porterà a Torino Gianluigi Buffon. Poi dal Parma di nuovo al Brescia, in cambio di Aimo Diana. Il destino sta per bussare di nuovo, ma Bachini ancora non lo sa.
Scende in campo per soli 45 minuti, poi svanisce nel nulla per sei mesi. La versione ufficiale è “intossicazione alimentare”, contratta mangiando cozze avariate. Tra l’ironia degli appassionati di calcio e le voci di una grave malattia, la verità sembra essere nel mezzo: il tornante sarebbe in una clinica americana per disintossicarsi dalla cocaina. Ritorna per le ultime giornate di campionato, in forma come non mai: sgroppate sulla fascia degne dei tempi di Udine, un gol clamoroso su calcio d’angolo e la segnatura decisiva all’ultima gara contro il Bologna che vale al Brescia un’altra, insperata salvezza.
Sembra essere la rinascita, si rivelerà l’inizio della discesa agli inferi. Un grave infortunio al ginocchio lo costringe a saltare buona parte della stagione 2002/03, mentre nella successiva scivola ai margini della prima squadra. Infine, nel settembre 2004, Bachini viene trovato positivo alla cocaina al termine di Brescia-Lazio. Le voci non confermate di qualche anno prima diventano realtà. Nove mesi di squalifica e la rescissione istantanea del contratto con la società bresciana. Bachini sconta la sua pena e riesce, nella scorsa estate, a trovare una società disposta a dargli ancora fiducia, il Siena. Buoni propositi, tanta volontà di riscatto, l’attesa della fine della squalifica per disputare tre buone partite con la maglia dei toscani. Poi, nello scorso dicembre, ancora una volta dopo una gara contro la Lazio, una nuova positività alla cocaina. Neanche la sincerità del giocatore, che ammette di aver acquistato e consumato la dose, servirà a ottenere clemenza: la recidività comporta la squalifica a vita, che arriva il 30 marzo 2006. Per Jonathan Bachini non ci saranno altre seconde occasioni.