Cara Kate, benvenuta all’inferno. A settembre George andrà a scuola, Kensington Palace ha annunciato che i fortunati candidati al titolo di “compagno di classe” nelle didascalie delle foto reali sono gli alunni della Thomas’s di Battersea, una primaria privata – e assai costosa, ci mancherebbe – della quale non sapevo niente e ora so tutto. Non è la scuola di William, la divisa costa 370 sterline, è lontana da casa (addirittura oltre il fiume, dove non arriva neanche la metropolitana: che sublime snobismo). È una scuola mista – non è il momento di fare i disinvolti con le discriminazioni di genere – e il motto d’istituto è: «Sii gentile». Ma per carità, Kate, non t’illudere. L’altra sera al galà della National Portrait Gallery hai detto che non sai se George si renda conto di cosa sta per capitargli. Mi chiedo se tu lo sappia, invece. E no, non sto per parlarti della feroce piaga delle chat su WhatsApp: sono certa che, come per il trasporto, preporrai un inserviente al disbrigo della pratica. Il problema sono gli esseri umani… continua a leggere
(Gioia)