Caro Ministro Minniti,
siamo totalmente favorevoli alla sua politica di accoglienza che ci pare sia ferma sia attiva, nonché alla concessione dello ius soli nei termini, per il poco che ne capiamo, previsti dalla legge che si sta facendo strada al Senato. Detto questo, siamo anche completamente d’accordo con il Giuliano Ferrara che ieri lamentava la zuccherosità della comunicazione “a favore”. Perché, anche se detestiamo le maschere pubbliche di Salvini e Grillo, non pensiamo che attorno allo ius soli sia in corso il derby fra buoni e cattivi, ma che piuttosto abbiamo a che fare con problemi grossi ai quali ognuno reagisce come sa e come può. E quello zucchero non tempera affatto l’allarme sociale, anzi, mentre qualche “fatto comunicativo” potrebbe essere assai utile.
Ad esempio, è ovvio che un’orda di mendicanti spaventa, mentre uno stuolo di individui impegnati a fare qualcosa di utile rende ottimisti. E così, molti di quegli aitanti ragazzi messi a presidiare le uscite di bar e supermercati per raccogliere le monetine della compassione nel cappellino da baseball, hanno avuto la buona idea di cambiare il posizionamento nel nostro immaginario, e a tal fine si sono dotati di sacchi neri, scopa e paletta per tenere puliti pezzi di marciapiedi, e dintorni di cassonetti. Con le cassette delle offerte-compensi che non faticavano a riempirsi perché a Roma ormai siamo al “fai da te”. Ultimo, ma ancor più importante, il rapporto fra quegli immigrati e la popolazione, passava dal piano del sentimentalismo (dove regnano bontà o spavento) a quello dell’utilità, che lascia freddo il cuore, ma struttura un vero inizio di convivenza. Un passo a nostro avviso, sostanziale – alla faccia dell’idiotismo dei mass media – per vedere oltre l’emergenzialismo.
Senonché, da qualche giorno molti stanno dismettendo le ramazze e sono tornati a protendere il cappellino. Uno di questi, da noi rimbrottato davanti alla Conad, ci ha detto che a farlo smettere di spazzare (“non puoi fare questo”) è stata una pattuglia della Polizia (quella in divisa blu che lavora per Montalbano, non i pizzardoni né i carruba). E lui, da buon clandestino, si è affrettato a rimettersi l’abito del mendicante, più gradito alle Forze dell’Ordine, anche se quel mendicare determina ostilità sociale (la nostra di sicuro) e quindi disordine. Ragion per cui sarebbe bene, caro Ministro Minniti, che lei fornisse alle pattuglie regole di ingaggio meno autolesioniste, per noi.
Con osservanza