Cara Leftuinghe – Ve volevo mannà ‘na cosa che Daniele voleva dì dopo i fatti der mècce co’ l’americani. Spero che vorà dacce l’ospitalità che, nonostante li frangenti un po’ così, se sentimo de merità. Dopotutto.
Massimo Sorci (portavoce virtuale di Daniele)
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Ho sbagliato. Sono cose che non si fanno manco in serie zeta, figurati in nazionale. Soprattutto di fronte ai figli e alle famiglie che stavano a guardare la partita. Che poi quei ragazzini vanno a giocare con i pulcini e pum, j’allentano ‘n cazzotto all’attaccante che nun trovi più manco li denti da latte. Ho commesso un errore, lo riconosco. Ho fatto un gesto inconsulto. Però volevo dire due cose a Cosetti, Corsetti, Crosetti o come cavolo farebbe di nome quel giornalista di Repubblica. Lui c’ha ragione da vendere quando afferma che ho fatto fare una figuraccia a tutta l’Italia, però che c’entra «capolavoro del ragazzino di Ostia, il figlio dell’allenatore della Roma primavera: ottimo lavoro, signor Alberto»? Magari mi sbaglio, ma a me pare che ‘sto Cosetti dice Ostia co’ la puzza sotto il naso e che se faccio il gol della finale Ostia diventa New York. E poi se parli di mio padre dopo quella stupidaggine che ho fatto è come se gliela dai tu una gomitata sui denti. Insomma, non mi pare sportivo e manco elegante.