Non ci resta che l’odio

A Roma comanda il solleone e nel deserto d’autobus del capolinea di piazzale Clodio la signora sbracciata inveisce verso la casta della situazione (un omino col berretto a visiera che maneggia un foglio fitto di orari disattesi).
Donna A: «Ce vorebbe er morto appeso pe’ li piedi! E allora vedi si nun arriva er mezzo».
L’amica coglie l’assist e apostrofa l’autista giovane, grande, grosso e forzatamente sfaccendato:
Donna B: «Vergognateve! Si nun la fate voi la rivoluzzione, che la dovemo fa’ noi vecchiette?».
Omone: «Epperò voi non ve dovete incazzà quando noi se demo da fa».
Donna B: «E che, dovemo solidarizza’ co’ voi, che ce lasciate a tera?».

Così la peculiarità degli individuali accidenti ha riempito lo spazio che un tempo fu dei conflitti di classe, delle ideologie e, a dirla in breve, della “sinistra”. Che a questo punto si butta sull’affettivo.
Recalcati: «Perché odiate Renzi?» (sintesi nostra).
Costamagna (Luisella), e altri meno acidi: «Perché è odioso» (sintesi nostra).
E così, per districarci nelle pulsioni da talk show, ci è toccato studiare il libro appena scritto da Renzi in persona, alla ricerca del seme dell’odio di chi lo odia.

Alla fine della fatica, siamo arrivati alla seguente conclusione: Renzi distingue nettamente fra Bene e Male, ma lo fa in chiave etica e non storica. Quindi trasforma automaticamente coloro che non ne condividono l’aggressività (talvolta effettiva, talaltra vocale) verso le disfunzioni socio-statuali in “colpevoli”, anziché in vittime o complici, sì, ma forzati delle circostanze. Il suo tallone d’Achille, abbonandogli per un momento alcuni approcci faciloni (vedi le nomine di un paio d’anni fa in Rai), dipende dal fatto che va a messa, ma non a Medjugorje, e pare più un protestante che un cattolico. Quindi un estraneo nella patria dei conduttori indignati con l’occhiolino, come Paragone, Del Debbio e Telese, e delle verginelle omissive del fu Quarto Potere.

Questa chiave tutta personale introduce un additivo di impopolarità che si aggiunge alle ostilità più prettamente politiche: da parte della “sinistra” che accusa Renzi di aver cancellato dal navigatore la Terra Promessa alla Classe eletta, e da parte della destra perché questa comunque sente in Renzi puzzo di sinistra, quanto basta. Ovviamente Renzi uscita odi, ma ha anche parecchi consensi (le primarie lo hanno provato, pure col nostro contributo), perché l’etica del fare, tutto sommato, acchiappa. Ma dovrebbe, se ben capiamo, sortire dall’assedio in cui è ristretto. Mettendo se possibile sotto assedio gli assedianti. Però per queste operazioni serve la virtù del comando (che non è il mero spingersi avanti con la cosiddetta narrazione) e servono anche eserciti modernamente attrezzati, giacché ad assediare non basta il singolo, per quanto di lunghe braccia. A meno che l’assedio non sia metaforico (come verso uno che non ti fila). Ma allora si chiama petulanza.