La settimana scorsa è finalmente terminato RIS – Delitti imperfetti. Gli affezionati ascoltatori però non temano, sono già in lavorazione i nuovi episodi. Potremmo dire che si è letteralmente concluso con il botto, e non ci riferiamo naturalmente solo al boom di ascolti che ha premiato l’ultima puntata. L’episodio infatti si è chiuso, assieme a una delle trame che hanno fatto da filo conduttore a tutta la serie (quella dell’emulo di Unabomber), con una esplosione in grande stile – con tanto di rallenty sul finale – proprio nei laboratori della scientifica di Parma. Una scena che, se non fosse stata già ampiamente anticipata dagli spot pubblicitari durante la settimana, avrebbe forse potuto conservare quel poco di suspence che gli era stata costruita intorno. Ma noi eravamo troppo impegnate a non darci pace per l’insensatezza delle azioni di Nicole Grimaudo (che si mette a lavorare ascoltando il walkman in un laboratorio praticamente deserto, visto che in assenza dei protagonisti non c’è neanche uno straccio di segretaria a rispondere al telefono) per riuscire a preoccuparci seriamente per la sua vita. D’altronde anche se un fortunato telespettatore fosse riuscito a sfuggire agli spot, non ci avrebbe poi messo molto a immaginare che nella radiolina, che quasi per gioco gli astuti esperti del RIS si erano portati via dalla casa dell’attentatore (che per inciso era già di per sé piena di bombe), ci sarebbe stato l’ordigno più insidioso, quello che non avrebbero fatto in tempo a disinnescare. Ma in realtà questi sono solo dettagli, la questione spinosa è un’altra: dopo il successo di Distretto di Polizia la fiction tv non è stata più la stessa. Perché hanno pensato che bastasse prendere un po’ di volti noti (possibilmente sempre gli stessi) e scegliere un’arma a caso (Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza) per vivere di rendita tutta la vita. Purtroppo non è così, perché Distretto di Polizia – almeno finché a dirigerlo c’era la Scalise – aveva delle sceneggiature credibili, dei personaggi interessanti e soprattutto dei dialoghi convincenti. Non si può dire esattamente lo stesso dei successori. E se nel frattempo siete ancora interessati alle sorti della povera Grimaudo, vi riveliamo che i nostri eroi sono riusciti ad arrivare tutti, nessuno escluso, giusto in tempo per vedere esplodere la bomba e giusto in tempo – ne dubitavate? – per salvare la sciagurata. Perché questi fratelli minori non riescono a imitare l’illustre predecessore neanche nel far morire degnamente i loro protagonisti.