Equifascismi

L’estate scorsa a Charlottesville, Virginia, un neonazista si è lanciato con l’auto contro un corteo antirazzista e ha ucciso una giovane donna, Heather Heyer. Ma quando il presidente Trump, riferendosi alle contrapposte manifestazioni dei suprematisti bianchi da un lato e degli antirazzisti dall’altro, ha parlato di ragioni e torti da «entrambe le parti», tutti i grandi giornali del paese hanno alzato la voce per gridare che il presidente degli Stati Uniti non poteva essere equidistante tra nazisti e antinazisti, e a quelle parole lo hanno inchiodato per giorni, costringendolo infine a una completa, ancorché tardiva, retromarcia. In Italia, dopo che un neonazista a Macerata ha sparato dalla sua macchina contro sei persone di colore, l’editoriale del Corriere della sera ci dice che non possiamo chiudere gli occhi sulla gravità del fatto, certo, ma nemmeno sulla gravità dei problemi sollevati dall’immigrazione, per concluderne che «se siamo arrivati a questo punto non c’è un solo politico italiano che possa dire di aver avuto sempre ragione». Magari non sarà proprio come dire che ci sono ragioni e torti da entrambe le parti, ma ci pare che ci si avvicini parecchio. E invece ci sono giorni in cui non si può essere equidistanti. Il giorno dopo il più grave attentato fascista dagli anni di piombo dovrebbe essere uno di questi.