Cinque anni fa eravamo come oggi nel bel mezzo della campagna elettorale, lo Tsunami tour colmava ogni piazza di Grillo e la mucca di Bersani si preparava, senza saperlo, a trasferirsi in corridoio, o al mattatoio. In quel clima, con la disoccupazione ai massimi livelli e il pil ai minimi, tra le 21.30 e le 23.30, cioè nel clou della serata, il 49,5% del pubblico televisivo si radunò dinanzi a Sanremo. Percentuale confermata nel 2017. Ieri sera lo share è aumentato di molto perché ha raggiunto il 54% e a farne le spese è stata innanzitutto la flotta di Mediaset. Ma nonostante che abbia risucchiato il pubblico del principale concorrente, la cifra di spettatori di Rai uno è scesa rispetto al 2013 di circa 400.000 unità. Quindi il festival è andato meglio rispetto ai concorrenti, mentre il pubblico è andato “diverso”.
Non ci sorprende, perché abbiamo segnalato più volte nel corso di questi anni la correlazione inversa fra lo sviluppo dell’economia e l’espansione della platea televisiva, parendoci perfino ovvio che al sovvenire di qualche soldo in più diminuiscano le sere passate a casa per risparmiare. Stavolta il fenomeno si è verificato perfino con un consumo rituale e pressoché obbligato come il Festival. Nell’universo del pubblico sanremese hanno dilagato, come cinque anni fa, il Centro e ancor più il Sud, e svettano, ieri come allora, i laureati che evidentemente nel 2013 si riconoscevano in Fazio e nella vispa Littizzetto, e oggi in Baglioni e nella diversamente vispa Hunziker. Mentre nel 2017 avevano arricciato il naso per la compunta Maria de Filippi e il ritmico Carlo.
Ma la vera notizia riguarda i maschi giovani, tra i 20 e i 24 anni, la fase in cui si cominciano a commisurare i sogni alle possibilità. Ebbene, quelli ristretti in casa sono schizzati su di dieci punti di share, più di ogni altro segmento di pubblico. I populisti potranno dedurne che i giovani stanno pagando la crisi oggi come non mai. Ma i riformisti potranno obiettare che anche i giovani sono comunque diminuiti di numero, e dunque sono aumentati fra loro quelli che stanno trovando i soldi per scegliere la pizzeria. Ah, dimenticavamo: è cresciuta enormemente rispetto al 2017, arrivando al 26%, anche la percentuale degli stranieri che hanno scelto di fare i sanremesi in casa. E con certi italiani che girano per strada, con le svastiche sul cranio e la pistola nel pugno, non c’è da chiedersi perché.