Correva. Ansimava. A un tratto gli si è impallato lo sguardo e le gambe sono diventate pesanti. Da corridore esperto conosco quello stato: è il preludio della resa. Anche lui l’ha capito e mi ha detto: “Lasciami qui”. “No maestro – era il suo nome per la durata della missione – non ti lascio. Ti riporto a casa. Vivo o morto”. Gli ho urlato improperi in faccia per scuoterlo, per vedere se reagiva. Ha ripreso a correre, al centro della strada…
Iscritto19 Settembre 2012
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