L’Economist, il venerato organo della City di Londra, ha pubblicato un inserto (ma tutti lo chiamano survey, beati loro!) sul declino economico e politico dell’Italia. Il Corriere della Sera (venerdì 25 Novembre, pagine da 1 a 8) ne ha offerto tempestivamente un generoso sunto e l’interpretazione autentica grazie a provvidenziali boxini…
Iscritto19 Settembre 2012
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Visti il livello del dibattito estivo sulla riforma della Banca d’Italia e il tono enfatico e insincero della critica – pure così diffusa – all’operato di Antonio Fazio, non è un male che il tormentone non abbia finora causato le dimissioni del Governatore e che l’abbozzo di riforma avanzato dal Governo sia misurato e di buon senso. Se si vuole andare oltre e togliere alla banca centrale la sostanza del suo ruolo politico occorre una riflessione ben altrimenti approfondita, costruttiva, attenta alle criticità del declino italiano…
Se continua così, l’industria manifatturiera italiana chiude nel giro di pochi anni. Nel contempo siamo il paese che spende meno...
Tra il 2002 e il 2004 la massiccia espansione monetaria negli Stati Uniti, tassi prossimi allo zero e gigantesche iniezioni...
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