Gli storici di domani s’interrogheranno a lungo su questi ultimi vent’anni della storia d’Italia: visti dall’alto, nel loro insieme, ci appaiono come una lunga fase di stagnazione economica e regressione civile, segnati da un vertiginoso aumento delle diseguaglianze sociali...
Iscritto19 Settembre 2012
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Sulle primarie si sono combattute battaglie politiche durissime dentro il Partito democratico. Si è sostenuto persino…...
Mario Monti ha ribadito ieri ancora una volta il suo impegno a non presentarsi alle elezioni e ha spiegato di...
Alcuni, anche per via del nome scespiriano della cameriera, hanno pensato a Louis Winthorpe, il brillante finanziere di Una poltrona per due, incastrato da una surreale macchinazione in cui non mancava nemmeno una prostituta di nome Ofelia. Altri avranno pensato più semplicemente a Bud Fox, il broker rampante e corrotto di Wall Street. Forse, però, il parallelo più giusto per Dominique Strauss-Kahn, l’ex direttore del Fondo monetario finito in prigione con l’accusa di tentata violenza sessuale ai danni…
In questi giorni si parla con sempre maggiore insistenza di una imminente e decisiva iniziativa istituzionale del presidente della Repubblica che potrebbe cambiare il corso dell’attuale crisi politica. In molti pronosticano elezioni a breve. Tutto, e prima di tutto il buon senso, suggerirebbe alla sinistra di prepararsi alla battaglia finale con Silvio Berlusconi, rimandando ogni altra discussione a tempi migliori. Ma quello che sta accadendo dentro il Partito democratico, dalle primarie di Napoli in poi…
Apprendiamo da Repubblica che Walter Veltroni chiederà un congresso straordinario del Pd, a meno che non si vada subito alle elezioni. E già questo è un curioso modo di fare: non poteva aspettare un momento, prendersi il tempo necessario per capire come andranno le cose e fare a ragion veduta la sua scelta, e poi comunicarcela chiaramente, senza tanti giri di parole? Il modo in cui questa posizione è argomentata dai suoi sostenitori è però ancor più curioso. Walter Verini dice…
Può darsi che le battaglie sindacali di Pomigliano e di Mirafiori sfocino presto o tardi in una deriva estremista. Può darsi che il radicalismo fine a se stesso abbia la meglio sulle buone ragioni di merito dei contestatori, tanto nella Fiom quanto in un’area di sinistra che oggi è fuori dal Parlamento, ma potenzialmente è ben più vasta di quel che si crede. Può darsi che la facile e scivolosa retorica dei diritti prenda la mano ai suoi stessi agitatori. Insomma, può darsi che ce ne pentiremo…
Le discussioni di questi giorni attorno al corteo della Fiom presentano spesso una curiosa caratteristica: prescindono completamente dal merito. Di tutto si parla, a proposito di quell’imponente mobilitazione, meno che del suo oggetto e delle sue motivazioni, sindacali, economiche e politiche. Un modo di discutere ben singolare, di cui il centrosinistra offre esempi particolarmente surreali, simili alla stanca replica di una recita di Natale quando ormai è già estate: il riformista fa la parte del riformista…
Dopo mesi di polemiche violentissime, una crisi istituzionale conclamata e una crisi di governo latente che minaccia di esplodere da un giorno all’altro, e che il voto di fiducia delle camere certo non allontanerà più di tanto, bisogna decidersi. A cosa abbiamo assistito, fino a oggi? Cos‘è accaduto attorno alla casa di Montecarlo e a Gianfranco Fini? Abbiamo assistito a una macchinazione dell’ennesima piovra, cricca, loggia, P4 o P5? A oscuri manovratori di quella “macchina del fango”…
Domani uscirà in libreria un piccolo esempio di battaglia politico-culturale: “In alto a destra”. Un libro che sembra fatto apposta per attirarsi le solite, facili e non benevole ironie – quando va bene – che accompagnano qualsiasi iniziativa venga da quel gruppo di politici e intellettuali che si muove attorno a Gianfranco Fini, da parte dei più accesi e acritici sostenitori di Silvio Berlusconi. E non solo. Dal nome del curatore (Giuliano Compagno, scelto per il compito a bella posta), a quello dell’editore…
Nelle ultime settimane si è ricominciato a parlare molto di Chiesa e politica, dottrina sociale e crisi economica, tramonto della socialdemocrazia e ruolo dei cattolici nello spazio pubblico. Lo si è fatto in modi diversi, per vari scopi e con risultati diseguali. E lo si è fatto anche su questo sito, a partire da un articolo di Chiara Geloni sul ruolo dei popolari all’interno del Partito democratico e dalla replica di Pierluigi Castagnetti, seguiti dall’intervento di Claudio Sardo, che ha suscitato a sua volta…
Come il ricorrente dibattito sulla necessità di cambiare inno nazionale, e come quasi tutti i dibattiti di questo genere, una discussione sull’opportunità di cambiare il simbolo del Partito democratico si rivelerebbe più specchio che soluzione del problema. Sarebbe la dimostrazione – o se si preferisce il simbolo – di una drammatica incomprensione di sé e del proprio posto nel mondo, ma soprattutto di cosa siano, e a cosa servano, i simboli. Sarebbe come pretendere di cambiare il carattere nazionale…