“Bergman ha spinto il più lontano possibile il nichilismo del volto, cioè il suo rapporto nella paura con il vuoto o l’assenza, la paura del volto di fronte al proprio nulla”. Possiamo prendere queste parole di Gilles Deleuze come la cifra più esemplificativa della carriera cinematografica di Ingmar Bergman, maestro indiscusso del cinema mondiale spentosi nei giorni scorsi all’età di ottantanove anni.

I commenti alla condanna di Silvio Berlusconi nel processo definito “diritti Mediaset” si sono concentrati molto su Berlusconi, poco su Mediaset e quasi per niente sul loro ruolo nell’industria italiana...