Costruire automobili su larga scala è l’attività più complessa che esista nell’industria contemporanea. Vent’anni fa si diceva che per sopravvivere in un mercato globale dell’auto bisognasse produrre almeno 3 milioni di vetture l’anno. Oggi, con il prepotente ingresso di nuovi attori globali come Cina, India, Russia e Brasile, quella soglia minima è già salita a 6 milioni. Una quota che Sergio Marchionne ha detto di voler raggiungere attraverso un complesso piano di espansione dei volumi di produzione…

Un milione di dollari di cauzione più cinque di garanzie collaterali, arresti domiciliari con braccialetto elettronico, vigilanza 24 ore su 24 e deposito dei documenti validi per l’espatrio sembravano non bastare al gran giurì per il rilascio su cauzione di Dominique Strauss-Kahn. I rischi di fuga dell’accusato, ravvisati soltanto tre giorni prima dal giudice di New York, sono però improvvisamente scomparsi giovedì quando DSK, con una lettera di poche righe, ha rimesso il mandato di direttore generale…

Mentre Sergio Marchionne se ne stava comodamente seduto sulla poltrona di Che tempo che fa e rispondeva alle incalzanti domande di Fabio Fazio, colpiva il modo con cui proponeva sistematicamente l’eguaglianza fra “industria italiana” e “Fiat”, quasi che le due espressioni potessero essere usate come sinonimi. Non è così. Secondo il rapporto annuale Eurostat del 2009 il settore della produzione di mezzi di trasporto in Italia non è affatto fra i comparti industriali più diffusi in termini di valore aggiunto…

“La quotazione in borsa della Fincantieri, anche di minoranza, appare in prospettiva… una stupidaggine dannosa tanto a chi la effettua (il governo e lo stato) quanto a chi la subisce (i lavoratori)”. Il giudizio, senza appello, è di Duccio Valori, ex direttore centrale dell’Iri (il Manifesto, 11 luglio). La contrapposizione con la proposta del top management del gruppo non poteva essere più netta.

Le difficoltà che il nostro paese ha dovuto affrontare negli ultimi giorni sotto la pressione dei mercati internazionali hanno riportato al centro del dibattito il tema delle privatizzazioni. Partita dalle pagine dei giornali e passata sulla bocca degli esponenti di quasi tutti i partiti, la proposta è approdata fino in Parlamento, fatta propria – non si sa con quanta convinzione – anche dal ministro dell’economia Tremonti. Anche volendo prescindere da un’analisi dei potenziali introiti e delle conseguenze politiche e strategiche…

Il 22 Novembre Mario Draghi e Alessandro Profumo si sono diffusi, in ambiti diversi ma entrambi in lingua inglese, sulle prospettive dell’industria bancaria dopo la crisi dei mutui subprime. Draghi, che teneva una lettura presidenziale a Francoforte, ha descritto le fantastiche trasformazioni avvenute di recente nel settore bancario internazionale evidenziando due fattori: la crescita dimensionale da un lato; l’innovazione tecnologica…

Sebbene le previsioni stilate da osservatori pubblici e privati continuino a indicare permanenti difficoltà delle economie europee sul sentiero dell’uscita dalla crisi, soprattutto per quanto riguarda il basso tasso di occupazione e la crescente disoccupazione giovanile, la quasi totalità dei governi europei sembra essere già passata alla fase successiva. Il settore pubblico – che di questa crisi è stato quasi ovunque vittima sacrificale, dovendosi accollare le enormi perdite dirette e indirette del settore privato…

Tra tante discussioni su produttività e competitività del nostro paese – dalle polemiche sulle dichiarazioni di Sergio Marchionne al dibattito suscitato dal recente intervento del governatore Mario Draghi ad Ancona – si tende a rimuovere un elemento di fondo. Il fatto è che a partire dalla seconda metà degli anni Settanta la riduzione dell’economia italiana a quei settori e a quei modelli organizzativi che ancora la caratterizzano – il made in Italy e la piccola impresa – è stata contrabbandata…

Sono passati oltre cinquant’anni da quando Ernesto Rossi coniò la famosa e poco lusinghiera definizione di “padroni del vapore” per indicare i capitalisti italiani. Eppure non troviamo definizione più adeguata per descrivere la guerra dei treni in corso ormai da qualche anno, che ha avuto come suo ultimo capitolo la pubblica denuncia da parte di Luca Cordero di Montezemolo di “illegittimi ostacoli” posti dalle Ferrovie dello Stato al gruppo privato di cui è a capo. Tutto inizia nel dicembre 2006…