Non contento di aver riempito intere pagine di analisi e previsioni sulla crisi che hanno fatto la fortuna degli sciocchezzari neoliberisti di mezzo mondo, Alberto Alesina è tornato alla carica sul Sole 24 Ore di ieri con i suoi vecchi cavalli di battaglia, peraltro già ampiamente trattati nel discusso libro scritto a quattro mani con Andrea Ichino: conflitto generazionale, modello universitario e meritocrazia. La tecnica è sempre la stessa. Consiste nella sistematica e deliberata trasformazione…

Fino a qualche tempo fa, i pochi che ancora invitavano a non dare per scontata la profezia sulla progressiva e irreversibile perdita di ruolo degli stati sovrani tendevano a essere guardati come degli inguaribili passatisti, incapaci di comprendere la realtà del nuovo mondo globale. Questo avveniva sia nel campo degli studi giuridici, economici o politologici, sia nel dibattito pubblico. Oggi, improvvisamente, sembra di vivere in un altro mondo…

La sprezzante risposta del gip Clementina Forleo (“rimarrò soggetta, come sempre, solo alla legge”) ai puntuali rilievi che il Capo dello Stato, nelle sue funzioni di Presidente del Csm, ha indirettamente rivolto alle sue due ordinanze – dopo la loro pubblicazione sulla stampa, in attesa di essere inviate al parlamento – non lascia presagire nulla di buono. In altre circostanze quelle parole sarebbero state archiviate…

Chi si ricorda della “Greenspan put”? Così si definiva la fiducia che il mercato riponeva, dinanzi alle avversità, nell’intervento di Alan Greenspan, deus ex machina che avrebbe abbassato i tassi, inondato di liquidità gli operatori e risolto, in un tripudio generale di “euforia irrazionale”, qualsiasi problema. Si può discutere se le banche centrali debbano considerare, fra i parametri che prendono come riferimento per la fissazione…

L’innovazione tecnologica è diventata il nuovo mantra della politica italiana, ma limitarsi a invocarla non sarà di grande aiuto. Essere presenti nei settori a forte intensità di conoscenza scientifica è condizione irrinunciabile anche per continuare a essere competitivi sui nostri settori tradizionali, ma comporta l’introduzione di una serie di modifiche nella struttura e nel funzionamento dei mercati finanziari, nelle politiche della ricerca…

Il Partito democratico ha il diritto di spaccarsi sull’interpretazione del magistero sociale recente della chiesa cattolica? A mio modesto avviso, no. Un esordio così tranchant confligge con l’umile intento di queste poche righe, che non possono dar conto del lungo e articolato dibattito interno al Pd, che ha visto nelle ultime settimane interventi complessi e raffinati, pubblicati su Europa, su Left Wing e su landino.it (tra gli altri) da Stefano Ceccanti, Massimo D’Antoni e Giorgio Armillei…