Partiamo dall’obiettivo. La manovra Monti è stata fatta per realizzare un consolidamento fiscale tale da consentirci di raggiungere il pareggio di bilancio già nel 2013. Tuttavia, a meno di credere alla favola della “contrazione espansiva”, è chiaro che un aggiustamento di tale entità, vicino a un punto e mezzo di pil, che si somma agli interventi già previsti dalle precedenti manovre del governo Berlusconi, avrà effetti molto pesanti sull’economia. Effetti di cui le pur grigie previsioni per il prossimo biennio…

Negli ultimi tempi il modello tedesco è tornato al centro del dibattito pubblico. Una delle sue caratteristiche fondamentali è la codeterminazione nelle imprese con un numero superiore a 500 addetti, che prevede una rappresentanza paritetica dei lavoratori nell’organo in cui si prendono decisioni strategiche e si scelgono i manager che le eseguono. La codeterminazione ha indubbiamente favorito le caratteristiche positive cui si fa spesso riferimento nel dibattito italiano. E ha anche aperto la strada…

Presentando al Senato il suo programma di governo, Mario Monti ha affermato che per riformare il mercato del lavoro “è necessario colmare il fossato che si è creato tra le garanzie e i vantaggi offerti dal ricorso ai contratti a termine e ai contratti a tempo indeterminato, superando i rischi e le incertezze che scoraggiano le imprese a ricorrere a questi ultimi”. Molti hanno colto nelle parole del presidente del Consiglio un’implicita adesione alla proposta del cosiddetto contratto unico, autorevolmente sostenuta…

Sembra oramai certo che la riforma del mercato del lavoro sia una priorità dell’agenda politica, per rispondere alla crisi e promuovere la crescita. Da più parti viene porto l’invito ad affrontare il tema senza pregiudizi. In questo spirito, ritengo che sia utile ribadire quattro dati di fatto, ben noti a chi studia il mercato del lavoro ma che sfuggono spesso al dibattito. Il primo dato è che la rigidità del mercato del lavoro italiano è ampiamente sopravvalutata. Per l’Italia, l’analisi dei flussi mostra tassi di riallocazione…

La riforma del mercato del lavoro allo studio in Italia punta a introdurre elementi di flessibilità per le imprese, accompagnati da maggiori tutele individuali per i lavoratori disoccupati. Il modello, la cosiddetta flexicurity, non è altro che una revisione dell’impianto istituzionale del mercato del lavoro (ma bisognerebbe piantarla col singolare e cominciare a parlare di “mercati”) attraverso una modifica delle relazioni contrattuali. Al di là del giudizio politico sui singoli provvedimenti…

Di fronte alle cifre dei redditi rese note dal ministero del Tesoro, un candido spirito del Settecento potrebbe davvero concludere che gli italiani, popolo fortunato, vivono nel migliore dei mondi possibili. Mentre un utopista dell’Ottocento o un egualitarista del Novecento sarebbe portato a credere che l’Italia sia diventata il paese più socialista del pianeta. Che pensare, infatti, di un paese in cui le classi un tempo sfruttate hanno in media raggiunto e superato il reddito dei loro datori di lavoro…