Le elezioni del 24 febbraio hanno cambiato il volto del sistema politico. Ma la novità più evidente, il ruolo assunto...

Negli ultimi giorni tutti i partiti italiani sono stati investiti da un terremoto che ne ha modificato la collocazione e la fisionomia. L’apparentamento con la lista di Antonio Di Pietro e il probabile accordo con i Radicali decisi dal Pd – ma soprattutto la rottura tra Udc e Pdl – hanno cambiato di colpo le carte in tavola. E forse, chissà, cambieranno anche l’esito della partita che si giocherà di qui al 13 aprile…

Nostalgia di futuro. “Sarebbe bello se questo convegno lo avessimo fatto come Partito democratico”, si sono ripetuti per due giorni dal palco, citandosi l’un l’altro, vecchi e meno vecchi ma comunque reduci della sinistra Dc, del Partito popolare, della Margherita. Senza rendersi conto in pieno, forse, che era già il Pd, il partito che sembra sempre “da fare” – e non più solo gli ex popolari di Franco Marini, Dario Franceschini e Pierluigi Castagnetti – quello che si è riunito sotto l’insegna mazzolariana…

Da molto tempo siamo abituati ad ascoltare i monologhi di Marco Travaglio ad Anno Zero, a leggerne quotidianamente le opinioni sull’Unità, a ritrovarlo da Fabio Fazio o altrove per presentare il suo nuovo libro, cosa che peraltro gli accade più o meno con la stessa frequenza con cui a Sarah Palin capita di presentare qualcuno dicendo: “Lui è il più piccolo”. Mai però avremmo potuto immaginare che al momento di dare il titolo alla sua ultima fatica…