Come il ricorrente dibattito sulla necessità di cambiare inno nazionale, e come quasi tutti i dibattiti di questo genere, una discussione sull’opportunità di cambiare il simbolo del Partito democratico si rivelerebbe più specchio che soluzione del problema. Sarebbe la dimostrazione – o se si preferisce il simbolo – di una drammatica incomprensione di sé e del proprio posto nel mondo, ma soprattutto di cosa siano, e a cosa servano, i simboli. Sarebbe come pretendere di cambiare il carattere nazionale…

In premessa sta anzitutto un’analisi ragionata dello scenario economico globale: delle nuove sfide della globalizzazione (così si dice). Per farvi fronte, la vecchia Europa deve ridisegnare – e sta ridisegnando – i sistemi di protezione sociale che ha potuto costruire nel corso del XX secolo in uno scenario geopolitico completamente diverso. Deve riformare il welfare, e i cambiamenti richiesti sono complessi e dolorosi…

Giovedì è stata la giornata dedicata a «Dimmi un po’: com’è ’sta Serracchiani?». Aveva parlato sabato, io l’avevo incontrata mercoledì, e davo le stesse risposte a tutti: simpatica, fatta a forma di segretario di partito, so che registrava una cosa per Anno Zero di stasera, non aveva tempo di andare a Ballarò ma venerdì è dalla Bignardi. La ragione per cui tutti mi chiedevano di lei era che, appunto fino all’ Era Glaciale, se ne parlava molto ma non la si era molto sentita parlare…

A chi ha a cuore le sorti del Partito democratico, il lento trascorrere del mese di agosto non ha risparmiato le preoccupazioni; non tanto per le molte polemiche che hanno riempito le pagine dei giornali, quanto per gli argomenti con cui sono state affrontate dai dirigenti del Pd. A Eugenio Scalfari e a Nanni Moretti che lamentavano la scomparsa dell’opinione pubblica, ad esempio, si sarebbe potuto rispondere che per il Partito democratico…