Da mesi un certo numero di amministratori, dirigenti e parlamentari del Pd passa il tempo ad analizzare pubblicamente i mali del proprio partito. Spesso, il primo di questi mali è da loro individuato nella scarsa compattezza del gruppo dirigente. Tra tanti solleciti analisti, negli ultimi tempi, Beppe Fioroni si è imposto per assiduità e impegno, prevalendo di misura anche su rivali volenterosi e pugnaci come Sergio Chiamparino. Quale sia esattamente la posizione di Fioroni, però, non è chiaro…
Le discussioni di questi giorni attorno al corteo della Fiom presentano spesso una curiosa caratteristica: prescindono completamente dal merito. Di tutto si parla, a proposito di quell’imponente mobilitazione, meno che del suo oggetto e delle sue motivazioni, sindacali, economiche e politiche. Un modo di discutere ben singolare, di cui il centrosinistra offre esempi particolarmente surreali, simili alla stanca replica di una recita di Natale quando ormai è già estate: il riformista fa la parte del riformista…
Tralasciamo per un momento il merito e stiamo al metodo. Valutiamo cioè la conformità dei mezzi ai fini, la proporzione tra energie spese e risultati ottenuti, e la qualità di questi risultati. Ebbene, sulla base di una siffatta, spassionata, cinica analisi costi-benefici, dal punto di vista di Silvio Berlusconi, bisogna dire che l’intera gestione del “caso Santoro” è un fallimento che trova forse un solo eguale nell’intera storia della politica italiana: la gestione del “caso Fini”. Negli ultimi tempi, insomma, si direbbe…
Dopo mesi di polemiche violentissime, una crisi istituzionale conclamata e una crisi di governo latente che minaccia di esplodere da un giorno all’altro, e che il voto di fiducia delle camere certo non allontanerà più di tanto, bisogna decidersi. A cosa abbiamo assistito, fino a oggi? Cos‘è accaduto attorno alla casa di Montecarlo e a Gianfranco Fini? Abbiamo assistito a una macchinazione dell’ennesima piovra, cricca, loggia, P4 o P5? A oscuri manovratori di quella “macchina del fango”…
Quella di Ed Milliband al congresso del Labour Party è stata una vittoria inaspettata. Alcuni sindacati, per sostenerlo, si sono spinti al limite delle regole: il sindacato Gmb (700 mila iscritti di varie categorie) ha in pratica aggirato la norma che vieta di imbustare insieme le schede per votare e la vera e propria propaganda pro-Ed. La soluzione è stata quella di usare buste diverse, certo, ma di inviarle insieme in una più grande. C’è chi ha protestato, ovviamente. Ma oggi è più utile capire la ragione…
C‘è qualcosa di avvilente nelle cronache, nei commenti e in tutto quello che quotidianamente capita di leggere e ascoltare sul Partito democratico. Onestamente, non è solo colpa del Pd. I suoi dirigenti, però, dovrebbero domandarsi come mai chiunque capiti a tiro, giornalista, politico o cabarettista, si senta libero di giocare col loro partito allo schiaffo del soldato. Per un certo mondo, lo sappiamo, è un’abitudine antica, che adesso però ha assunto tratti compulsivi, quasi patologici. Nel circuito della comunicazione…
La questione del rapporto tra i cattolici italiani e la politica tocca il cuore non solo della cultura politica del Partito democratico, ma anche della teoria dello stato che ispira l’architettura politico-istituzionale della nostra repubblica. Di qui la forza della proposta del Pd, partito che nasce dall’unione delle culture politiche egemoni nella Prima Repubblica. L’amalgama che tanto ci sforziamo di raggiungere, quella sintesi che finora non ha dispiegato le sue potenzialità, tocca infatti i problemi cruciali…
In nome (per carità) dei principi liberali e del diritto al dissenso contro tutti gli “stalinismi”, il Corriere della sera oggi equipara arditamente il caso Granata e il caso Veronesi. Il qualunquismo con cui vengono accostate la denuncia di rapporti non chiari con la criminalità organizzata all’interno del Popolo della libertà (denuncia che nonostante gli scrupoli garantisti dell’editorialista di via Solferino non appare del tutto campata per aria) e quella delle condizioni alle quali un senatore del Pd…
Il dibattito sul ruolo dei cattolici nel Partito democratico, e di conseguenza sulla stessa plausibilità storica del Pd, sembra assumere finalmente un profilo insieme più concreto e più alto, in grado cioè di affrontare i problemi politico-culturali di fondo della questione. Le condizioni che rendono possibile questa evoluzione sono due, l’una di natura contingente, l’altra di portata addirittura epocale. La prima è quella che si potrebbe definire la stabilizzazione del Pd operata dalla segreteria Bersani…
Dopo che il Presidente del Bundestag Norbert Lammert ha comunicato l’esito della prima votazione per l’elezione del Presidente della Repubblica, mercoledì 30 giugno, le telecamere hanno indugiato a lungo sulla vera sconfitta della giornata, Angela Merkel. La cancelliera se ne stava seduta con lo sguardo basso e il volto teso, mentre i deputati della Cdu si guardavano intorno increduli. A cominciare, naturalmente, da Christian Wulff, il candidato impallinato da quarantaquattro franchi tiratori…
Nelle ultime settimane si è ricominciato a parlare molto di Chiesa e politica, dottrina sociale e crisi economica, tramonto della socialdemocrazia e ruolo dei cattolici nello spazio pubblico. Lo si è fatto in modi diversi, per vari scopi e con risultati diseguali. E lo si è fatto anche su questo sito, a partire da un articolo di Chiara Geloni sul ruolo dei popolari all’interno del Partito democratico e dalla replica di Pierluigi Castagnetti, seguiti dall’intervento di Claudio Sardo, che ha suscitato a sua volta…
Dinanzi allo spettacolo offerto in questi giorni dal cupio dissolvi del centrodestra, uno spettacolo al cui confronto i ricorrenti mega-vertici dell’Unione prodiana erano pranzi di gala, già si ricomincia a parlare di crisi di governo imminente, cambi di maggioranza alle porte ed elezioni in vista. Può darsi che le elezioni rimangano in vista ancora a lungo, naturalmente, senza avvicinarsi né allontanarsi, anche fino alla naturale scadenza della legislatura. Certo è che con una simile ipotesi…