Racconto un buffo episodio che mi è capitato in questi giorni. Una di quelle piccole, appena percettibili slabbrature nel circuito della comunicazione da cui si vede all’improvviso, come direbbe il poeta, “l’anello che non tiene”. E s’intravede un mondo. Per farla breve, vi racconto di come da un giorno all’altro, e senza aver fatto un bel nulla, sono diventato un hacker. Ebbene, nella tarda mattinata di venerdì, ancora ignaro di quel che stava succedendo e intento a occuparmi di tutt’altro, comincio a ricevere sul telefonino…

La risposta di Pier Luigi Bersani all’appello di scienziati e intellettuali per la reintroduzione del nucleare in Italia – o meglio: perché il Partito democratico non si chiuda in un’opposizione pregiudiziale, antiscientifica ed elitaria – può essere letta in due modi: come il solito tentativo di tenersi lontani dai guai scontentando tutti il meno possibile (e così finendo sempre per scontentare tutti, sia pure meno di quanto possibile), o come una prima, ancora timida, ma comunque incoraggiante apertura…

Nei giorni in cui prendono il via le celebrazioni del suo centocinquantenario, l’unità nazionale non sembra passarsela troppo bene, e probabilmente non è un caso che al rinnovato slancio degli spiriti antiunitari nel nostro paese corrisponda la più grave crisi dell’Unione europea dalla sua nascita a oggi. Vista dall’Italia, come nota qui Ronny Mazzocchi, la drammatica impasse dell’Europa dinanzi al rischio di un default della Grecia ricorda per molti aspetti la crisi del ’92, certamente il momento…

L’intervento di apertura di monsignor Angelo Bagnasco ai lavori del seminario di studio del 3 maggio, a Genova, in preparazione della Settimana sociale dei cattolici, è un contributo di importanza davvero particolare, sebbene sparito rapidamente dall’evidenza nel sito ufficiale della Conferenza episcopale italiana, sobriamente resocontato da Avvenire con un articolo nelle pagine interne, senza pubblicazione del testo integrale né richiami evidenti in prima pagina, e anzi forse rispettosamente “corretto”…

Quando un’epoca si chiude e la nuova ancora non s’intravede, di solito, è il momento di preoccuparsi. Per quasi un anno ce ne siamo rimasti tranquilli, senza scrivere niente. Ma anche solo scorrendo nel nostro archivio l’elenco delle puntate precedenti, e confrontandolo con l’elenco delle principali notizie di questi giorni, si capisce perché tranquilli, adesso, non possiamo più restare. Piccoli e grandi segni della fine di un’epoca: i grandi giornali e persino la Banca d’Italia che se la prendono con le agenzie…

Sempre più spesso si sente ripetere che la sinistra italiana ha perso la capacità di ricollegare le parole alle cose: dietro la nebbia delle sue altisonanti parole, la sinistra nasconderebbe in realtà l’incapacità di parlare delle cose. In pochi casi questo è vero come nel dibattito sul rinnovamento del Partito democratico, tornato di moda in occasione della composizione delle liste per le elezioni europee, che non ho votato in direzione nazionale. E non perché abbia da obiettare sui capilista…

Secondo me è giusto votare sì al referendum elettorale. O meglio, è giusto farsi largo e cercare di costruire le condizioni perché un buon risultato del sì possa poi essere speso in una buona battaglia riformista. La tesi contraria è in apparenza più semplice: restando alla lettera dei quesiti, il premio di maggioranza viene trasferito dalla coalizione al partito primo classificato, dunque si crea un sistema non molto dissimile dalla legge Acerbo, con l’aggravante dell’innalzamento della soglia di sbarramento…

Nel libro che Gore Vidal ha dedicato ai padri costituenti degli Stati Uniti d’America è riportato, sul finire, il malinconico ricordo di un mattino a casa di John Fitzgerald Kennedy. Tra una partita a backgammon e un sigaro, Jackie domanda all’amico scrittore come fu possibile che il secolo XVIII producesse geni del calibro di Franklin, Jefferson o Hamilton, mentre tra la gente potente e influente dell’epoca sua non vi erano che mediocrità. «Il tempo. Loro ne avevano di più», risponde Vidal…

Non è un caso se il congresso del Pdl si è aperto in grande spolvero a soli tre giorni dalla finale di Amici. Anzi, fossimo di quelli che hanno ben presenti le priorità del paese, forse dovremmo dire che è stato Amici a chiudersi tre giorni prima del congresso del Pdl, anticipando – ancora una volta – tutto. Bastavano infatti soltanto pochi minuti della diretta dalla Fiera di Roma, venerdì, per capire che a tutto questo eravamo preparati da anni, senza neppure saperlo. Anni di giochi a premi, televoti e reality…

Se stiamo alla superficie delle cose, abbiamo un partito appena nato, il Popolo della Libertà, che ha celebrato il suo primo congresso e ha nominato all’unanimità un Presidente nella figura di un ultrasettantenne. Un leader che, come ha scritto sul Corriere della sera Ernesto Galli della Loggia, è “tutto immerso, biograficamente e culturalmente, nella prima Repubblica”. E cioè in una cosa che, almeno secondo la pubblicistica corrente, sarebbe morta quindici anni fa o poco più…

Giovedì è stata la giornata dedicata a «Dimmi un po’: com’è ’sta Serracchiani?». Aveva parlato sabato, io l’avevo incontrata mercoledì, e davo le stesse risposte a tutti: simpatica, fatta a forma di segretario di partito, so che registrava una cosa per Anno Zero di stasera, non aveva tempo di andare a Ballarò ma venerdì è dalla Bignardi. La ragione per cui tutti mi chiedevano di lei era che, appunto fino all’ Era Glaciale, se ne parlava molto ma non la si era molto sentita parlare…

La crisi dei mutui è scoppiata nell’estate del 2007. La nazionalizzazione della Northern Rock è stata annunciata il 17 febbraio del 2008. Sostenere che fino a un anno fa nessuno potesse prevedere una simile crisi, pertanto, è semplicemente falso. A meno che non s’intenda la parola “previsione” nel suo significato letterale. A rigor di termini, infatti, non si trattava di previsioni, ma di constatazioni. Senza contare che della bolla immobiliare americana…