Continua il big bang della politica israeliana. Dopo una lunga e furibonda battaglia politica all’interno del Likud, Ariel Sharon ha rotto gli indugi…
Il ritiro di Israele da Gaza rappresenta per palestinesi e israeliani quello che in Italia è stato per l’Unione l’approvazione della riforma elettorale avanzata da Berlusconi: un evento che marca un deciso cambio di fase politica, almeno dal punto di vista tattico. E dunque costringe, volenti o nolenti, a rivedere strategie e disegni. Ciò è particolarmente vero per Hamas, che a Gaza ha la sua base militante e di consenso più consistente. Il ritiro dei coloni e delle truppe israeliane schierate a loro difesa non si è rivelato…
Dopo l’atroce strage di Qana, dove sono morti 54 civili tra cui decine di bambini, è più difficile, almeno emotivamente, discutere della conferenza di Roma e argomentare del suo sostanziale successo. Anche perché il corso degli avvenimenti sul terreno potrebbe prendere la strada che già prese nel 1996 dopo un’analoga e terribile strage durante l’operazione Grapes of Wrath condotta dall’esercito israeliano contro Hizballah, e finita con il crollo proprio a Qana di un palazzo sede degli osservatori Onu…
Nel rischioso e ancora instabile dopoguerra libanese, la comunità internazionale adesso ha la possibilità di lavorare per cominciare a sciogliere molti dei nodi che soffocano il Medio Oriente, e che si sono venuti aggrovigliando con l’intervento angloamericano in Iraq. Per deficit di potenza, se non per scelta analitica e intellettuale, è infatti di nuovo in voga l’azione politica multilaterale, il concerto delle nazioni fuori e dentro gli organismi internazionali…
L’Iran e i suoi tremila anni di storia non sono mai stati facilmente comprensibili per il resto del mondo. I greci e i romani lo hanno a lungo combattuto, raramente hanno tentato di dialogarci. Per questo non stupisce l’odierna incomprensione sul vero significato degli ultimi atteggiamenti verso il mondo esterno adottati dal nuovo presidente Ahmadinejad, peraltro anche lui un oggetto misterioso. L’incomprensione è antica e culturalmente ben radicata. E il fatto che sul tavolo ci sia soprattutto la questione nucleare…
In occidente ha prodotto grande sconcerto il risultato uscito dal turno di ballottaggio delle elezioni presidenziali iraniane, che ha visto la vittoria imprevista di un oscuro candidato conservatore sul “centrista” Rafsanjani. E dopo alcuni momenti di attonito silenzio, è cominciata la gran cassa dei commenti tesi a gettare ombre sui risultati…
La Presidenza Bush è sempre più in difficoltà, anche per aver fatto l’apprendista stregone in una regione come il Medio Oriente, dove non mancano certo fantasmi e spiriti maligni. L’anno, da questo punto di vista, è iniziato malissimo: la guerra civile in Iraq – dopo la distruzione della moschea d’oro di Samarra – è oramai aperta e senza controllo; il governo iracheno dopo mesi non riesce a vedere la luce; dove si vota vincono i partiti dell’Islam politico radicale; nel Golfo Persico il ricambio politico è bloccato…
Se si vuole fermare una guerra la prima cosa da fare è capire bene le cause che la generano, e quale ruolo hanno gli attori in campo. Dopo avere assistito sgomenti allo scoppio della crisi a Gaza e alla successiva crisi libanese, occorre dunque chiedersi: quali ne sono le cause profonde? La prima cosa da dire, in modo molto semplice, è questa: Israele è la parte offesa. Prima dal rapimento di un soldato nel suo territorio vicino Gaza, poi dal rapimento di altri due, sempre sul suo territorio, ma questa volta vicino al confine libanese…
Le ragioni e i confini della sovranità politica sono in tumultuosa trasformazione nel mondo di oggi. Sotto la spinta di fenomeni epocali – raggruppati in modo semplicistico e un po’ ideologico nel termine “globalizzazione” – tali ambiti sono mutati, anche se non tanto in modo formale (i confini degli stati sono sempre quelli) quanto in modo sostanziale e materiale. Esemplificazione massima di questo fenomeno sono appunto le elezioni americane…
Quando il 14 settembre del 2005, durante un summit delle Nazioni Unite a New York, Sharon e Musharraf si sono stretti la mano, molti lo hanno interpretato come un mutamento epocale nelle relazioni tra i due paesi, ritenendo che la novità più forte fosse nell’aspetto bilaterale. Come spesso accade in Medio Oriente, invece, la realtà è l’esatto opposto di quel che sembra: l’aspetto significativo non è tanto che Israele e Pakistan intrattengano relazioni bilaterali, quanto che esse siano state lasciate venire alla luce…
L’ottima affermazione di Hamas alle elezioni amministrative palestinesi di giovedì scorso – nelle città della Cisgiordania di Jenin, Nablus, El-Bireh – ha suscitato una grande eco e preoccupazione sulla stampa europea e statunitense, e una domanda: Hamas (acronimo per Harakat Al-Muqauuama Al-Islamiya, cioè “Movimento di Resistenza Islamica”) è destinato a conseguire una storica vittoria nelle prossime e cruciali elezioni politiche palestinesi del 25 gennaio 2006?
Quando il 14 febbraio l’ex primo ministro sunnita Rafiq Hariri fu ucciso da un’autobomba a Beirut, la rivolta popolare contro la Siria che ne seguì fece parlare l’occidente di una “rivoluzione dei cedri”...