Giovedì 10 novembre un terremoto politico ha colpito Tel Aviv. Contrariamente alle aspettative di tutti le primarie del partito laburista israeliano hanno designato non l’ottantaduenne presidente protempore (e vicepremier nel governo di coalizione con il Likud) Shimon Peres, bensì Amir Peretz. Dei 65mila membri del partito che hanno preso parte alle primarie, infatti, il 42,4 per cento ha votato per Peretz, il 39,9 per Peres e il 16,8 per Beniamin Ben-Eliezer. La sorpresa è stata generale…
Analisi e commenti
Il traffico iraniano fa rimpiangere le scene più raccapriccianti della Salerno – Reggio Calabria. Nelle grandi autostrade di scorrimento a doppia carreggiata è possibile vedere di tutto: automobili che corrono contromano in corsia di emergenza…
Insegnanti. Ma allora è vero, c’è stato un tempo in cui la televisione è stata al servizio delle idee – non le idee pedagogiche italiane né quelle obiettive inglesi – della politica non parlata, della filosofia. Un tempo in cui le immagini…
Martedì 1 novembre il governo israeliano ha approvato un piano a suo modo rivoluzionario quanto il ritiro unilaterale da Gaza: ha chiesto all’Unione europea di fornire osservatori comunitari e personale specializzato per ispezionare i viaggiatori…
Forza Italia, il partito-azienda, può essere considerato a tutti gli effetti come una società quotata sul mercato della politica. Una società in crisi, nonostante i ripetuti tentativi di ricapitalizzazione generosamente sottoscritti dal suo presidente, amministratore delegato…
Napoli, seminario di formazione politica dei Ds. Il mio intervento, da tecnico, è sulla comunicazione in vista della campagna elettorale.
Inizio con la metafora dello stadio vuoto di Philip Gould, non nuova a chi segue i ragionamenti sulla comunicazione politica…
Da quando è stato abbattuto Saddam Hussein, la sicurezza regionale in Medio Oriente ha sempre avuto solo tre attori di prima grandezza: Usa, Israele e Iran. Si tratta di un equilibrio dinamico, sempre soggetto a cambiamenti nei rapporti di potenza…
La riforma della legge elettorale pone questioni di inquadramento teorico relative al tema della comunicazione politica. Il giudizio negativo verso la riforma proporzionale, rafforzato dall’indubbio valore maggioritario dei quattro milioni delle primarie, è da affrontare…
Chi scrive tedia da mesi e da anni i lettori di varie riviste e giornali con un semplice e ormai quasi banale dato di fatto: le migliori pratiche del riformismo europeo sono soprattutto scandinave e hanno la loro principale radice nell’eredità storica e scientifica…
Questa settimana l’attenzione del mondo arabo è concentrata su due eventi: il rapporto della commissione Mehlis sull’assassinio di Hariri e il processo a Saddam Hussein. Ambedue gli avvenimenti sono attentamente seguiti dall’opinione pubblica araba perché, secondo…
Molti dei cinquantamila no global che sabato hanno sfilato a Roma contro la direttiva Bolkestein, con tutta probabilità, domenica erano tra i milioni di elettori del centrosinistra che hanno votato alle primarie. E dagli altermondialisti cattolici della Rete Lilliput ai sindacalisti della Cgil, si può presumere che una parte non irrilevante di essi abbia votato per Romano Prodi, presidente di quella Commissione europea che ha varato la direttiva sulla concorrenza. Si può scommettere, invece, che nessuno dei manifestanti di sabato avesse in tasca una copia dell’ultimo libro di Giulio Tremonti…
Il ritiro di Israele da Gaza rappresenta per palestinesi e israeliani quello che in Italia è stato per l’Unione l’approvazione della riforma elettorale avanzata da Berlusconi: un evento che marca un deciso cambio di fase politica, almeno dal punto di vista tattico. E dunque costringe, volenti o nolenti, a rivedere strategie e disegni. Ciò è particolarmente vero per Hamas, che a Gaza ha la sua base militante e di consenso più consistente. Il ritiro dei coloni e delle truppe israeliane schierate a loro difesa non si è rivelato…