Assuefazione o vocazione alla sconfitta. Fatto sta che a Milano il centrosinistra perde nettamente le elezioni amministrative: calano i votanti rispetto alle politiche ma aumenta lo scarto di voti tra le due coalizioni a favore del centrodestra. Esiste una chiave di lettura della sconfitta?
E’ presto per dire se l’acquisto di Bnl da parte di Bnp segni il ritorno di Mediobanca al comando della finanza italiana, dopo il ridimensionamento dell’Istituto seguito alla morte di Enrico Cuccia e dopo i conflitti tra soci bancari e management che, composti con un fragile compromesso, hanno portato alla sostituzione di Maranghi e al congelamento della pratica Generali. Certo, nella sorprendente conclusione della contesa su Bnl si è intravisto qualcosa dell’antica scuola…
No, questa volta non sono d’accordo con Claudio Velardi, con i liberal ds di LibertàEguale, con Emanuele Macaluso. Sul caso Unipol-Consorte, non ci si può fermare al sospetto personale per il conto che il manager della compagnia bolognese aveva alla Bpi, e per questo far questione di principio sul fatto che il vertice del Botteghino deve scaricarlo, perché guadagnare personalmente su compravendite azionarie è riprovevole. E si può invece aprire gli occhi su quanto sta avvenendo…
Quando il 14 settembre del 2005, durante un summit delle Nazioni Unite a New York, Sharon e Musharraf si sono stretti la mano, molti lo hanno interpretato come un mutamento epocale nelle relazioni tra i due paesi, ritenendo che la novità più forte fosse nell’aspetto bilaterale. Come spesso accade in Medio Oriente, invece, la realtà è l’esatto opposto di quel che sembra: l’aspetto significativo non è tanto che Israele e Pakistan intrattengano relazioni bilaterali, quanto che esse siano state lasciate venire alla luce…
Le ragioni e i confini della sovranità politica sono in tumultuosa trasformazione nel mondo di oggi. Sotto la spinta di fenomeni epocali – raggruppati in modo semplicistico e un po’ ideologico nel termine “globalizzazione” – tali ambiti sono mutati, anche se non tanto in modo formale (i confini degli stati sono sempre quelli) quanto in modo sostanziale e materiale. Esemplificazione massima di questo fenomeno sono appunto le elezioni americane…
A fine anno, è d’uopo interrogarsi su come sarà il prossimo. Parliamo un po’ fuori dai denti, allora, di quelli che metaforicamente si chiamano “poteri reali”. In Italia, almeno a immodesto giudizio di chi qui scrive, è inutile che pensiate alla politica, e da molti anni. Il potere più forte è senza ogni dubbio quello bancario. Ancora la settimana scorsa, Alessandro Penati su Repubblica ha aggiornato puntualmente i dati dello strapotere bancario…
Due piccole notizie, provenienti dal periferico Yemen, ci aiutano a comprendere meglio il quadro generale di una regione complicata e instabile come il Medio Oriente. Una regione che vive un momento di grande interventismo esterno, degli Usa in primo luogo: una guerra al terrorismo fatta in Iraq con eserciti regolari, una seconda guerra portata avanti in tutta la regione con intelligence e reparti specializzati, una terza fatta di interventi politici in favore della democrazia. Purtroppo la prima – mal concepita – crea un riflesso di chiusura identitaria…
Non si può dire che in Medio Oriente questi mesi siano stati noiosi: basti pensare alla vicenda irachena e al tentativo in atto di stabilizzazione politica, al ritiro unilaterale da Gaza delle colonie israeliane, alle recentissime elezioni presidenziali in Egitto. In questa regione così avviene: i processi politici sono in sincrono, sia quando essi sembrano rallentare fino al torpore, sia quando invece accelerano improvvisamente. Il Medio Oriente è infatti una delle regioni al mondo dove l’interdipendenza è più alta…
Anni or sono, ricordando come lo statuto dei lavoratori era stato approvato dopo la morte di Giacomo Brodolini, suo vero padre, Gino Giugni ha scritto che l’adozione definitiva di questa grande riforma si dovette al fatto che Donat Cattin, della sinistra cattolica, aveva portato a termine quanto il “socialista ministro” (e, ci teneva a specificare, non “ministro socialista”) aveva lasciato incompiuto per la sua prematura morte…
Due illusionisti di talento, che hanno cominciato insieme alla scuola di un vecchio professionista, rompono molto presto il loro sodalizio e passano il resto della loro esistenza nell’ossessione di mettere in scena ogni volta un numero migliore di quello dell’altro. Se il primo sperimenta in scena un nuovo trucco, il secondo si nasconde tra il pubblico per sabotarlo al momento giusto. E viceversa…
La piazza democratica non è di sinistra o non è più solo di sinistra, ed è bene che sia così. La piazza è di chi si mobilita. E la destra sabato, non c’è dubbio, ha dimostrato una rilevante capacità di mobilitazione. Non è una novità: c’erano già state manifestazioni del centrodestra, pienamente riuscite, durante i governi dell’Ulivo. E prima ancora – lo diciamo senza voler sottintendere nessun improprio accostamento, sia chiaro – il nostro paese ha conosciuto Piazza Venezia e prima ancora le cosiddette “radiose giornate di maggio”, quando la piazza nazionalista riuscì a costringere il governo di allora nel grande carnaio della Prima guerra mondiale…