Si dice ormai da molto tempo e da molte parti che la politica non riesce più a interessare, appassionare, coinvolgere. Lo stadio vuoto, come nella metafora più citata…
Pubblichiamo qui l’intervento di Gavino Angius al Comitato centrale del Partito comunista italiano (Roma, 20-24 novembre 1989), nell’ambito del dibattito suscitato dalla proposta del segretario Achille Occhetto di dar vita a un nuovo partito della sinistra.
Con il rinvio delle misure antiterrorismo e la penosa giustificazione addotta dal presidente del Consiglio, secondo il quale ora “il pericolo del terrorismo non è imminente”, si chiude definitivamente ogni dibattito sulle possibilità di ripresa della Casa delle libertà. Non è immaginabile un epitaffio più significativo per un governo di centrodestra in un momento simile, mentre la Lega ha già chiaramente impostato la sua campagna…
Il nord Africa – in arabo “Maghreb” (occidente) – è sempre stato abbastanza isolato dal resto del medio oriente, e in particolare dal Mashrek (oriente), cioè l’area che va dall’Egitto all’Iraq. Tanto che una delle più belle definizioni di Maghreb è quella di “isola circondata da un mare d’acqua e uno di sabbia”. Oggi, per effetto di una guerra al terrorismo che in Medio Oriente l’Amministrazione Usa ha voluto interpretare giocando d’azzardo la carta del protagonismo politico sciita, di cui la punta avanzata è l’intervento in Iraq, tutto ciò sta velocemente cambiando…
Tre anni fa, nella notte tra il 19 e il 20 marzo, la coalizione guidata dagli Stati Uniti invadeva l’Iraq di Saddam Hussein, spaccando a metà tra favorevoli e contrari l’amplissima coalizione internazionale che subito dopo l’11 settembre 2001 aveva guidato l’intervento in Afghanistan e suscitando in tutto il mondo – meno che negli Usa – proteste popolari di una tale ampiezza da far scrivere al New York Times che era scesa in campo l’altra vera superpotenza superstite: quella dell’opinione pubblica mondiale. L’intervento in Iraq è stato insomma talmente controverso e talmente significativo da porsi accanto, e forse sopravanzare, l’11 settembre 2001 come evento periodizzante dell’inizio di un mondo globale postmoderno e postwestfaliano…
Molti dei cinquantamila no global che sabato hanno sfilato a Roma contro la direttiva Bolkestein, con tutta probabilità, domenica erano tra i milioni di elettori del centrosinistra che hanno votato alle primarie. E dagli altermondialisti cattolici della Rete Lilliput ai sindacalisti della Cgil, si può presumere che una parte non irrilevante di essi abbia votato per Romano Prodi, presidente di quella Commissione europea che ha varato la direttiva sulla concorrenza. Si può scommettere, invece, che nessuno dei manifestanti di sabato avesse in tasca una copia dell’ultimo libro di Giulio Tremonti…
A metà degli anni novanta, l’esito politico della vicenda di mani pulite e più in generale della crisi dei partiti della prima repubblica comportò uno spostamento massiccio di consensi dal campo delle forze democratiche…
Lo sapevate che per fare un bonifico da Italia a Francia ci vogliono circa due settimane e nessuno è in grado di dare garanzie su tempi più brevi (nonostante esista, con tanto di nome, una procedura che assicura quarantotto ore)…
Pubblichiamo qui l’intervento di Fabio Mussi al Comitato centrale del Partito comunista italiano (Roma, 20-24 novembre 1989), nell’ambito del dibattito suscitato dalla proposta del segretario Achille Occhetto di dar vita a un nuovo partito della sinistra.
Negli studi di antropologia criminale è una classica prova della certezza d’impunità. L’autore di un delitto, quando “sa” di essere imperseguibile, prova un incontenibile senso di sfida nel lasciare indizi che inequivocabilmente portano a sé, perché ciò aggiunge incontenibile senso di superiorità quando, al contrario, del reato sarà chiamato a pagare un innocente. Per moltissimi versi, è ciò che sta avvenendo sulla vicenda della doppia opa bancaria. Chi sono infatti i perdenti sul mercato, coloro che hanno raccolto a Padova uno sparuto 0,5%…