Ci sono due regole basilari della politica, di cui il centrosinistra fa volentieri a meno nei tempi recenti: la prima consiste nell’evitare di alimentare illusioni; la seconda nel vendere bene quello che si fa. Il seminario di Caserta è stato proposto per arginare le polemiche provocate da una Finanziaria che ha risanato accrescendo spesa e prelievo fiscale, rinviando le scelte sui meccanismi di spesa (pensioni, pubblico impiego, sanità). Inoltre, dopo il risultato deludente del primo pacchetto di liberalizzazioni…
Ho avuto l’illuminazione venerdì sera, quando l’abituale pisolo davanti alle Invasioni barbariche è stato interrotto dall’apparizione di Daniele Silvestri, che è sempre tanto un bel giovane e merita ogni attenzione. Il problema – ha detto Silvestri a un certo punto – è che si è Abbassato il Livello del Dibattito. In Italia, certo, diceva lui. Ma io pensavo: soprattutto sui giornali scandalistici. Perché la questione non è (solo) che non c’è uno Star System adeguato al corrente millennio…
In quel singolare Paese teorico della sovranità e del potere moderno che è la Francia, restano in piedi un Capo dello Stato e il suo fedelissimo ministro degli Esteri anche se fanno scrivere da propri accoliti ai magistrati finte lettere anonime secondo le quali è il loro avversario ministro degli Interni ad aver intascato tangenti internazionali…
Forza Italia, il partito-azienda, può essere considerato a tutti gli effetti come una società quotata sul mercato della politica. Una società in crisi, nonostante i ripetuti tentativi di ricapitalizzazione generosamente sottoscritti dal suo presidente, amministratore delegato…
A cinque anni da quell’incredibile ed epocale 11 settembre 2001, tutti noi abbiamo visto la nostra stessa vita cambiare e gli spazi pubblici restringersi o addirittura chiudersi. Ciò ha significato un indebolirsi della politica. Il luogo in cui il processo è stato più evidente è quel Medio Oriente da dove tutto partì molti anni prima, con il primo jihad verso l’Afghanistan. Lo è non per una sorta di retribuzione divina, bensì perché vi è stato più concretamente l’errore dell’intervento Usa in Iraq che ha accresciuto le già grandi difficoltà della politica nella regione. Si è trattato infatti di un evento che ha profondamente cambiato il Medio Oriente. Ma non come si aspettava l’Amministrazione Usa…
Ci sono almeno tre modi diversi, per cavare grande sollazzo per alcune ore dalla lettura dell’ultimo libro di Massimo Mucchetti – “Il baco del Corriere”, edito da Feltrinelli al costo di 14 euro. Il primo, naturalmente, è di andare al sodo della proposta avanzata dal vicedirettore ad personam del Corriere: dimostrato – e Mucchetti lo dimostra, eccome se lo dimostra, cifre alla mano di tutte le compagini proprietarie dai Crespi in avanti – che i padroni del Corriere di volta in volta sono stati assai più tentati dal controllo a fini di potere o magari per scaricarci perdite proprie…
Ripubblichiamo qui l’intervista rilasciata da Arturo Parisi a Dario Di Vico, uscita sul Corriere della sera del 4 agosto 2005, nel pieno delle polemiche sulle scalate ad Antonveneta, Banca nazionale del lavoro e Rizzoli-Corriere della sera (il titolo originale era: “Allarme di Parisi: torna la questione morale”; catenaccio: “«Dalla Rai alle banche troppe commistioni tra la politica e l’economia» «Su Unipol esitazioni dei Ds. Inevitabile la supplenza della magistratura»”)
Visti il livello del dibattito estivo sulla riforma della Banca d’Italia e il tono enfatico e insincero della critica – pure così diffusa – all’operato di Antonio Fazio, non è un male che il tormentone non abbia finora causato le dimissioni del Governatore e che l’abbozzo di riforma avanzato dal Governo sia misurato e di buon senso. Se si vuole andare oltre e togliere alla banca centrale la sostanza del suo ruolo politico occorre una riflessione ben altrimenti approfondita, costruttiva, attenta alle criticità del declino italiano…
Prosegue, la personalissima e personalistica battaglia per il Partito democratico del nostro sindaco-romanziere, Walter Veltroni. Lo abbiamo ascoltato al congresso dei Ds romani evidenziare al meglio l’impianto della propria visione politica. E siamo ancora più convinti di quanto sostenuto nel recente passato: il signor sindaco è un lussureggiante dispensatore di suggestioni, ha imparato molto dai cinematografari più scaltriti di cui è promotore, di quelli che troveranno sempre un altrettanto scaltrito produttore…