Visti il livello del dibattito estivo sulla riforma della Banca d’Italia e il tono enfatico e insincero della critica – pure così diffusa – all’operato di Antonio Fazio, non è un male che il tormentone non abbia finora causato le dimissioni del Governatore e che l’abbozzo di riforma avanzato dal Governo sia misurato e di buon senso. Se si vuole andare oltre e togliere alla banca centrale la sostanza del suo ruolo politico occorre una riflessione ben altrimenti approfondita, costruttiva, attenta alle criticità del declino italiano…
Non si può dire che in Medio Oriente questi mesi siano stati noiosi: basti pensare alla vicenda irachena e al tentativo in atto di stabilizzazione politica, al ritiro unilaterale da Gaza delle colonie israeliane, alle recentissime elezioni presidenziali in Egitto. In questa regione così avviene: i processi politici sono in sincrono, sia quando essi sembrano rallentare fino al torpore, sia quando invece accelerano improvvisamente. Il Medio Oriente è infatti una delle regioni al mondo dove l’interdipendenza è più alta…
Il passaggio dell’uragano Katrina è equivalente a un attacco militare su vasta scala al territorio americano. Dalla Louisiana sud-orientale alla costa del Mississippi le rovine di città e villaggi testimoniano una violenza peggiore di un bombardamento. A New Orleans e in altri centri si è prodotto uno scenario di tipo iracheno, con saccheggi, scontri tra bande, violenze contro cittadini inermi, insicurezza diffusa per gli operatori umanitari spesso privi di copertura da parte di polizia e forze armate…
Posti di fronte alle difficoltà di includere anche i sunniti, il governo iracheno e gli Usa hanno scelto di promulgare comunque la Costituzione. La risposta non si è fatta attendere: il 14 settembre, non lontano da dove sull’Eufrate il 31 agosto erano morti almeno 700 iracheni sciiti in una calca provocata ad arte, ne sono periti altri cento in attesa di lavoro. Lo stesso giorno a Taji, un sobborgo di Baghdad, 17 sciiti sono stati presi dalle loro case e giustiziati…
La seconda volta, in forma di farsa. Non è un caso se la citazione di Marx secondo cui la storia si ripete sempre due volte, ma solo la prima in forma di tragedia, in Italia è tanto abusata. Lo dimostra ancora una volta la penosa vicenda della nuova legge elettorale, che non merita nemmeno il paragone con la legge truffa voluta da De Gasperi. Ma Karl Marx non era un umorista che si dilettava in aforismi utili a riempire gli articoli dei giornali. L’affermazione con cui chiosava una precedente osservazione di Hegel nasceva dalla sua concezione della storia…
La questione oggi sul tavolo tra Israele e Palestina è se il ritiro unilaterale da Gaza sia solo il primo passo o se invece rimarrà un episodio isolato: “Gaza first” o “Gaza only”. La prima opzione significa che dopo Gaza Israele affronterà finalmente l’annosa questione delle colonie nei territori occupati in Cisgiordania; scegliere la seconda, invece, vorrà dire inevitabilmente creare in Cisgiordania una serie di bantustan palestinesi senza continuità territoriale, facendo così naufragare la possibilità…
A pochi giorni dalle elezioni che secondo tutti i giornali avrebbero dovuto segnarne il trionfo, lo Spiegel non ha esitato a dichiarare giunto il momento di scrivere “il necrologio del conservatorismo tedesco”. Ma forse si potrebbe parlare più in generale di una lenta agonia dell’intera destra europea. Non si tratta semplicemente dell’esaurirsi di un breve ciclo, quello seguito all’onda di sinistra prevalsa durante gli anni di Clinton e non casualmente coinciso con l’ascesa di Bush…
Dopo molti anni di stagnazione e continuità, oggi il Libano vive una fase di cambiamento. Tutto inizia il 14 febbraio scorso, quando l’ex premier oramai antisiriano Rafiq Hariri salta in aria. La “pax siriana” – in vigore dalla fine della guerra civile con gli accordi di Ta’if del 1989, che avevano ufficializzato l’appartenenza del Libano, rimasta sempre informale, al sistema della “Grande Siria” – non regge infatti alla scossa prodotta dall’esplosione di quell’attentato, e va in pezzi. Non sembri strano: il sistema era già assai indebolito…
A guardare i media tedeschi e a giudicare i comportamenti dei politici pare proprio che il pano inclinato del dopo elezioni vada verso la Grosse Koalition. Al di là delle dichiarazioni di rito dei dirigenti della Cdu rinfrancati dal risultato di Dresda, è Schröder ad avere aperto davvero i giochi questa settimana dicendo che si ritira e si accontenta di un vicecancellierato per il suo compagno Müntefering se i democristiani ritirano la Merkel. A difendere la Merkel rimane solo Stoiber, della Csu. Un significativo paradosso. Vista la scarsa stima del bavarese per la Merkel…
Quando il 14 settembre del 2005, durante un summit delle Nazioni Unite a New York, Sharon e Musharraf si sono stretti la mano, molti lo hanno interpretato come un mutamento epocale nelle relazioni tra i due paesi, ritenendo che la novità più forte fosse nell’aspetto bilaterale. Come spesso accade in Medio Oriente, invece, la realtà è l’esatto opposto di quel che sembra: l’aspetto significativo non è tanto che Israele e Pakistan intrattengano relazioni bilaterali, quanto che esse siano state lasciate venire alla luce…
Sono in Iraq. Questo paese ha la proprietà magica di farmi sentire bene. E’ una nazione disgraziata e straziata da venticinque anni di ininterrotta violenza. Ma ecco che nell’assurdità della mente, proprio qui in mezzo alla guerra trovo la mia pace. Tutti i miei assilli quotidiani scompaiono. Entro in un mondo dove la vita, la sua salvaguardia, diventa un pensiero importante. E’ una regressione dei bisogni. Il cibo, l’acqua, la protezione. In questo posto, dove ogni piccolo risultato è un miracolo, sembra di rivivere fasi sorpassate nella storia della società umana…
Il ritiro di Israele da Gaza rappresenta per palestinesi e israeliani quello che in Italia è stato per l’Unione l’approvazione della riforma elettorale avanzata da Berlusconi: un evento che marca un deciso cambio di fase politica, almeno dal punto di vista tattico. E dunque costringe, volenti o nolenti, a rivedere strategie e disegni. Ciò è particolarmente vero per Hamas, che a Gaza ha la sua base militante e di consenso più consistente. Il ritiro dei coloni e delle truppe israeliane schierate a loro difesa non si è rivelato…