Torno a occuparmi di Giovanni Consorte, perché più si dipana la sua incredibile vicenda giudiziaria più è evidente ciò che su questo sito ho scritto diverse volte, a cominciare dalle ben note vicende finanziarie del 2005: sulla testa di Consorte continua a essere brandita una spada giudiziaria che ormai ha tutti gli estremi per essere definita intimidatoria e persecutoria, per un duplice fine. Il primo è quello che lo riguarda personalmente, ed è volto a farlo uscire per sempre…
Analisi e commenti
Sta accadendo qualcosa di grosso nel pensiero occidentale: una rivoluzione epocale nella concezione del tempo. Sto parlando, naturalmente, di quel che avviene nella giustizia sportiva. Quella che sta mettendo a processo Moggi & soci. Quella che ha escluso Ivan Basso dal Tour de France. Il metodo della giustizia sportiva, infatti, dischiude una precomprensione della temporalità sulla quale nessuno, a quanto ne so, ha finora riflettuto abbastanza…
Se il Medio Oriente è in subbuglio, e lo è davvero, questo accade perché sta ridefinendo la propria identità. Del resto, non poteva essere altrimenti, sotto la spinta di una guerra come quella irachena, l’ascesa degli sciiti e la conseguente forza anche elettorale acquisita dall’Islam politico radicale. E nel Medio Oriente definire le identità significa insieme definire i confini. Non solo quelli tra gli stati e tra le etnie…
Posti di fronte alle difficoltà di includere anche i sunniti, il governo iracheno e gli Usa hanno scelto di promulgare comunque la Costituzione. La risposta non si è fatta attendere: il 14 settembre, non lontano da dove sull’Eufrate il 31 agosto erano morti almeno 700 iracheni sciiti in una calca provocata ad arte, ne sono periti altri cento in attesa di lavoro. Lo stesso giorno a Taji, un sobborgo di Baghdad, 17 sciiti sono stati presi dalle loro case e giustiziati…
Pubblichiamo qui l’intervento di Fabio Mussi al Comitato centrale del Partito comunista italiano (Roma, 20-24 novembre 1989), nell’ambito del dibattito suscitato dalla proposta del segretario Achille Occhetto di dar vita a un nuovo partito della sinistra.
A cinque anni da quell’incredibile ed epocale 11 settembre 2001, tutti noi abbiamo visto la nostra stessa vita cambiare e gli spazi pubblici restringersi o addirittura chiudersi. Ciò ha significato un indebolirsi della politica. Il luogo in cui il processo è stato più evidente è quel Medio Oriente da dove tutto partì molti anni prima, con il primo jihad verso l’Afghanistan. Lo è non per una sorta di retribuzione divina, bensì perché vi è stato più concretamente l’errore dell’intervento Usa in Iraq che ha accresciuto le già grandi difficoltà della politica nella regione. Si è trattato infatti di un evento che ha profondamente cambiato il Medio Oriente. Ma non come si aspettava l’Amministrazione Usa…
La coppa del mondo è un teatro dei paradossi. A chi piace veramente? Gli adepti dello spettacolo, quelli che, per ingenuità o marketing, impiegano come metro di giudizio il numero dei goal per giudicare la qualità calcistica, non saranno certo soddisfatti di come vanno le cose. Ma anche i competenti, quelli che hanno sempre cordialmente odiato il calcio-champagne, storcono giustamente il naso…
La seconda volta, in forma di farsa. Non è un caso se la citazione di Marx secondo cui la storia si ripete sempre due volte, ma solo la prima in forma di tragedia, in Italia è tanto abusata. Lo dimostra ancora una volta la penosa vicenda della nuova legge elettorale, che non merita nemmeno il paragone con la legge truffa voluta da De Gasperi. Ma Karl Marx non era un umorista che si dilettava in aforismi utili a riempire gli articoli dei giornali. L’affermazione con cui chiosava una precedente osservazione di Hegel nasceva dalla sua concezione della storia…
Le scosse del terremoto post-referendario, com’era ampiamente prevedibile, stanno colpendo duro e a fondo, sconvolgendo la geografia del Partito socialista francese, lasciando strascichi e allargando i solchi divisori di una formazione politica che da sempre si contraddistingue per una spiccata tendenza…
Due illusionisti di talento, che hanno cominciato insieme alla scuola di un vecchio professionista, rompono molto presto il loro sodalizio e passano il resto della loro esistenza nell’ossessione di mettere in scena ogni volta un numero migliore di quello dell’altro. Se il primo sperimenta in scena un nuovo trucco, il secondo si nasconde tra il pubblico per sabotarlo al momento giusto. E viceversa…
Se è vero che tutti gli uomini sono filosofi, come diceva Antonio Gramsci, in quanto ognuno di noi nel corso della vita assume, interpreta e rielabora una concezione del mondo che è sempre e inevitabilmente, anche nei collage più originali e con i materiali più disparati, un prodotto dell’ambiente esterno; se è vero che tutti gli uomini sono uomini di partito (come abbiamo già avuto modo di dire, qui) non soltanto per le infinite reti di relazioni che oggi attraversano la società e dettano la loro linea tramite variopinte aristocrazie di tecnici…
Ripubblichiamo qui l’editoriale uscito sulla prima pagina di Repubblica sabato 17 ottobre 1998, a proposito della nascita (imminente) del primo governo D’Alema…