L’Italia è un paese anormale. C’è una quota di economia sommersa e illegale, che sfugge a qualsiasi indagine, statistica o fiscale, che ha dimensioni enormi. C’è una macchina statale inefficiente e insieme costosa e ridondante, tanto che la forte distanza tra l’amministrazione e il cittadino non accenna a diminuire, né al Nord né al Sud. C’è, infine, un peso delle organizzazioni sindacali delle categorie economiche tradizionali fortemente superiore ai rapporti di forza nella società. C’è anche un problema di riequilibrio del benessere in favore di ceti deboli, che non sono i lavoratori dipendenti ma i pensionati che non lavorano, gli anziani soli, i precari, i giovani, i separati: quelli che non godono di una sicurezza sociale e materiale, che non hanno “dietro” una famiglia benestante e non posseggono nessuna dote: una casa, una macchina, un lavoro…
Il nord Africa – in arabo “Maghreb” (occidente) – è sempre stato abbastanza isolato dal resto del medio oriente, e in particolare dal Mashrek (oriente), cioè l’area che va dall’Egitto all’Iraq. Tanto che una delle più belle definizioni di Maghreb è quella di “isola circondata da un mare d’acqua e uno di sabbia”. Oggi, per effetto di una guerra al terrorismo che in Medio Oriente l’Amministrazione Usa ha voluto interpretare giocando d’azzardo la carta del protagonismo politico sciita, di cui la punta avanzata è l’intervento in Iraq, tutto ciò sta velocemente cambiando…
«Ognuno corre e corre per vincere», ha detto Marco Follini nell’intervista a Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera in cui rilancia la Grande coalizione dopo le elezioni, e sembra di sentire un sospiro di vago disgusto dietro le lenti. Già, che orrore partecipare alle elezioni per vincere. E che schifo giocare nel campionato di serie A per arrivare primi, non si potrebbe pensare a una classifica bloccata? Che brutta cosa il conflitto, la competizione, l’alternanza degli schieramenti, la democrazia…
Chi scrive tedia da mesi e da anni i lettori di varie riviste e giornali con un semplice e ormai quasi banale dato di fatto: le migliori pratiche del riformismo europeo sono soprattutto scandinave e hanno la loro principale radice nell’eredità storica e scientifica…
Su Umberto Galimberti e sul suo intervento a proposito della scuola italiana pubblicato domenica su Repubblica se ne potrebbero dire tante. Si potrebbe, ad esempio, notare l’uso un po’ stucchevole e sintatticamente discutibile (ma forse qualche suo ammiratore lo considererebbe “oracolare”) di frasi che cominicano con “ma” ed “e”. Si potrebbe anche ragionare su come spesso i filosofi si compiacciano di trasformarsi in tuttologi…
L’Economist, il venerato organo della City di Londra, ha pubblicato un inserto (ma tutti lo chiamano survey, beati loro!) sul declino economico e politico dell’Italia. Il Corriere della Sera (venerdì 25 Novembre, pagine da 1 a 8) ne ha offerto tempestivamente un generoso sunto e l’interpretazione autentica grazie a provvidenziali boxini…
Alla vigilia del voto, convinti di fare cosa utile, ripubblichiamo qui – come già in occasione del dibattito sui risultati del referendum sulla fecondazione assistita – l’intervento pronunciato da Palmiro Togliatti all’Assemblea costituente nella discussione sull’articolo 7.
Kim Kardashian è una ventisettenne americana di ottima famiglia – il padre fece parte del dream team di avvocati che salvò O.J. Simpson dall’ergastolo – nota per la una propensione verso gli artisti della scena hip-hop e per essere una presenza fissa alle feste dello star system. Per la verità Miss Kardashian non è nota, tranne forse ai più attenti lettori della Page Six del New York Post, ma lo sarà presto, perché un video privato che la ritrae mentre fa sesso con il rapper Ray J minaccia di venire diffuso da un momento all’altro, e perché la Vivid Entertainment – la Fox del porno, per capirci – ha pagato un milione di dollari per acquistare il video in questione da una non meglio specificata terza parte…